A 500 anni dalla morte di Leonardo torna in Italia, in occasione della XIII Unesco Creative Cities Conference, l’opera entrata nel 1914 nel Museo di San Pietroburgo
Entrò nelle collezioni dell’Ermitage nel 1914, la più importante acquisizione del Museo di San Pietroburgo negli anni immediatamente precedenti la Rivoluzione, grazie al Conservatore della pittura dell’Ermitage, grande esperto dell’arte italiana Ernest Karlovič von Liphart, e dall’amore di patria della proprietaria Marija Aleksandrovna Benois, moglie del celebre architetto pietroburghese Leontij Nikolaevič Benua (Benois). Parliamo – ed ecco la genesi del titolo – della Madonna Benois, uno dei pochissimi dipinti del giovane Leonardo da Vinci, che nell’anno dei 500 anni dalla sua morte torna in Italia, in occasione della XIII Unesco Creative Cities Network Annual Conference di Fabriano, esposta nella Pinacoteca Comunale da oggi fino al 30 giugno. Un prestito reso possibile dall’impegno personale di Francesca Merloni, Unesco Goodwill Ambassador for Creative Cities, ideatrice e promotrice di tutto il progetto.
“Abbiamo scelto di portare questo capolavoro di Leonardo a Fabriano”, spiega Michail Piotrovsky, Direttore Generale del Museo Statale Ermitage, “perché in Italia non esistono città che non meritano grandi capolavori. La Madonna Benois poi andrà a Perugia mentre a Milano arriverà la Madonna Litta. Questa è la politica culturale scelta dall’Ermitage”. Realizzata probabilmente tra il 1478 e il 1480, l’opera segna l’indipendenza di Leonardo dallo stile e dalla formazione di Verrocchio, nella cui bottega il Maestro era entrato circa 10 anni prima. “Leonardo”, scrive il curatore Carlo Bertelli in catalogo, “non ha creato un’immagine statica e devozionale, ha solo fermato un momento, non ha dipinto una scena di genere, ma ha immesso nella quotidianità significati profondi”.