Nell’asta Wannenes di Arte Moderna e Contemporanea del 6 giugno 2019 a Milano due cataloghi per raccontare la modernità nelle sue infinite sfaccettature.
Nel primo catalogo Giacomo Balla emerge come un pioniere della modernità con un futurismo felice che ama l’industria, la velocità, le simultanee visioni di una realtà che si colora dei colori accesi della fantasia. In Tennis + paesaggio: Giocatrice di tennis del 1920, le linee si flettono per divenire sintesi giocosa di molteplici fantasie dinamiche (lotto 1, stima 40.000 – 60.000 euro).
Zwei Knieende Madchenakte (Nudes Pastorale), una tecnica mista su carta blu del 1920 dell’espressionista tedesco Ernst Ludwig Kirchner, dove il cromatismo accesso e drammatico del gruppo Die Brüche si ammorbidisce in uno stile più astratto e mistico (lotto 2 stima 50.000 – 70.000 euro).
Adolfo Wildt con la Vergine del 1925 – 1930 e la Vittoria, databile agli anni Venti, dimostra che la scultura anche nel secolo della modernità può essere ancora un linguaggio capace di rendere tangibili le emozioni profonde dell’uomo (lotto 4, stima 50.000 – 70.000 euro).
Compiuta nel 1924, la “Vergine” fu presentata nel 1925 alla Terza Biennale di Roma e qualche mese dopo all’Esposizione Internazionale d’Arti Decorative di Parigi dove, per la grazia del soggetto, inusitata per Wildt, l’opera ebbe grande fortuna di pubblico e di critica. In quest’opera dalla sapientissima patinatura in marmo di Carrara su lastra di marmo giallo di Siena proveniente dalla prestigiosa collezione di Giovanni Ulrico Hoepli (1847-1935), si coglie appieno il virtuosismo di Wildt, nella precisione dell’intaglio, nella ricchezza del segno, nella levigatura tanto estrema dal rendere il marmo diafano e riflettente. Sempre di Wildt, e della medesima raccolta un bronzo a patina verde degli anni Venti raffigurante la “Vittoria”, emoziona per la asciutta drammaticità (lotto 5, stima 20.000 – 30.000 euro).
Il “Piccolo affresco (Venezia – Gita in barca)” del 194 di Massimo Campigli, su tela applicato su tavola, già presente alla mostra sugli Affreschi di Campigli alla leggendaria Galleria Barbadoux di Milano nel 1942, si impone per il lieve arcaismo compositivo e pittorico che rende la scena sospesa in un spazio di trasognato lirismo (lotto 9, stima 45.000 – 55.000 euro).
L’ambiguità della visione astratta è un tema fondante di Joseph Albers, che nella sua opera evidenzia una instabilità delle forme e della percezione nel rapporto con il colore. In Homage to the Square, un olio su masonite del 1954, come la sua serie più famosa “Omaggio al quadrato” iniziata nel 1949, semplici quadrati ripetuti e sovrapposti, colorati con diverse tonalità creano un effetto ottico di profondità, che ancora suscitano un effetto ipnotico di rara efficacia (lotto 13, stima 100.000 – 120.000 euro).
Del secondo catalogo è da segnalare una scarna “Natura morta” di Renato Guttuso del 1937 (lotto 111, stima 2.000 – 3.000 euro), e dello stesso anno, un’intima scena di “Nudi” di Carlo Levi (lotto 112, stima 6.000 – 8.000 euro). E ancora, un olio di Anton Zoran Music del 1950 raffigurante “Motif dalmate” (lotto 127, stima 15.000 – 20.000 euro), delle “Montagne” di Mario Sironi del 1950 circa (lotto 131, stima 4.000 – 6.000 euro), e un “Volto di donna” di Balthus (lotto 165, stima 4.000 – 6.000 euro).
Di graffiante ironia le “Maitresse” di Mimmo Rotella del 1968 – 1977 (lotto 171, stima 8.000 – 12.000 euro), e “Wrapped book Modern Art” di Christo, dove l’artista ricopre con una pellicola di plastica di polietilene e corda un libro d’arte (lotto 219, stima 4.000 – 6.000 euro).
ASTA: 6 GIUGNO 2019
ore 15:00 e ore 19:00
Auditorium
Via Cornaggia 8, Milano
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