Dal 10 giugno nella celebre Summer Exhibition della Royal Academy spicca l’ultima opera di Banksy: un gate decisamente anti-Brexit. Se pensate che l’artista si sia fatto ‘ingabbiare’ da una delle esposizioni ‘open’ più importanti del mondo, forse vi siete persi l’edizione del 2018!
Dopo l’incursione a Venezia, l’ultimo lavoro di Banksy non è un murale clandestino in qualche luogo remoto del mondo ma un’installazione esposta (dal 10 giugno) nella Summer Exhibition della Royal Academy. Come è noto, tutte le mostre su Banksy in giro per il mondo non sono autorizzate dallo stesso artista, tanto che nel suo sito ufficiale, di volta in volta aggiorna un’apposita pagina di esposizioni ‘fake’ riportando anche il prezzo del biglietto. In questo caso invece, l’esposizione dell’opera dipende dalla volontà dell’artista come del resto ha confermato sul suo account Instagram condividendo l’opera. Questa volta l’effetto sorpresa c’è stato solo in parte però: già da qualche giorno l’Indipendent aveva svelato l’esistenza di un’opera di Banksy nel celebre appuntamento dell’estate british.
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L’ultima trovata di Banksy si trova dunque esposta nella prestigiosa rassegna della Royal Academy- quest’anno curata da Jock McFadyen- aperta a tutti gli artisti contemporanei. Si tratta di un’installazione ricavata da un vero e proprio arco doganale recuperato dall’aeroporto di Heathrow. Nel gate di arrivi dall’Unione Europea, l’ormai celebre ‘Rat’ di Banksy utilizza la ‘T’ della scritta ‘Keep Out’ per scardinare il lucchetto che chiude il passaggio.
Non è la prima opera ‘anti Brexit’ del geniale street artist di Bristol. Tra le altre, spicca quella dello scorso anno, esposta sempre alla Royal Academy. In quel caso, si trattava di un palloncino a forma di cuore che sostituiva alla lettera ‘i’ dello slogan per il si alla Brexit ‘Vote to live’ , la lettera ‘o’ trasformandolo in ‘vote to love’. Tra l’altro lo stesso artista aveva svelato un curioso retroscena su instagram , in quanto aveva inviato il lavoro sotto un falso nome (anagrammando Banksy) ed era stato inizialmente rifiutato. Un mese dopo, sotto il nome di Banksy, lo stesso lavoro veniva esposto nella terza galleria.