Ultima bipersonale a Casa Testori per il ciclo Pocket Pair. Tragödie, curata da Ivan Quaroni, mette in scena il confronto dionisiaco-apollineo perpetrato dalle opere di Silvia Argiolas e Marica Fasoli.
Spirito dionisiaco e apollineo si cercano e si fuggono da quando nel 1872 Friedrich Nietzsche ne delinea i concetti ne La nascita della tragedia dallo spirito della musica, ovvero grecità e pessimismo. Da quel momento in poi questa idea dicotomica dell’essere umano è penetrata nell’immaginario e nell’uso comune per indicare due inclinazioni diametralmente opposte: l’una istintiva e irrazionale (spirito dionisiaco), l’altra logica e razionale (spirito apollineo).
Casa Testori rinnova il confronto a Novate Milanese, dove con la mostra Tragödie chiude il ciclo della rassegna Pocket Pair (progetto con cui di volta in volta è stato affidato ad un diverso curatore il compito di organizzare una mostra bipersonale al piano terra della villa. L’espressione è ripresa dal gioco del poker e indica la situazione in cui un giocatore ha due carte dello stesso valore). Fino all’8 settembre le opere di Silvia Argiolas e Marica Fasoli si pongono in dialogo per rinnovare la sempre attuale dialettica tra Apollo e Dioniso. Le racconta così il curatore Ivan Quaroni:
“Nella pittura di Silvia Argiolas domina lo spirito dionisiaco, l’attrazione per il titanico e il barbarico, l’interesse per il doloroso fondo esistenziale e per la sua controparte panica e sensuale. C’è, nei suoi racconti visivi, l’espressione di uno sguardo coraggioso, intento a scrutare le esplosioni di follia e i deliqui erotici, le estasi e le agonie del magma esperienziale, ma anche la banale quotidianità di esistenze straordinarie o marginali.
Placido e distillato è, invece, lo sguardo di Marica Fasoli, governato dalla geometria aurea e trasognata dell’apollineo. La sua indagine pittorica decanta il mondo in forme astratte, filtrandolo attraverso una pletora di diagrammi che alludono alla realtà fenomenica, senza mai rappresentarla direttamente. L’impeto mimetico, che da sempre costituisce la marca stilistica del suo lavoro, è indirizzato verso la pellicola dell’immagine, insieme forma e concetto”.