Al Museo Archeologico di Aosta, una mostra indaga la nuova concezione dell’arte introdotta da Lucio Fontana e la sua influenza su altri maestri, fino al 22 settembre.
Fino al 22 settembre 2019, al Museo Archeologico Regionale di Aosta, cala l’ombra lunga del maestro dello Spazialismo sulla Valle. Lucio Fontana. La sua ombra lunga, a cura di Giovanni Granzotto e Leonardo Conti, propone di evidenziare, in un periodo compreso tra la fine degli anni quaranta e il 1968, quelle tematiche che più hanno rappresentato un nuovo modo di concepire l’arte di Lucio Fontana partendo da un corpus rilevante di circa trenta opere dell’artista, tra tele, ceramiche e carte.
Nei celebri Concetti spaziali di Lucio Fontana, in cui materia, dinamismo e artificio si coniugano alla fede nelle nuove scoperte della scienza e della tecnica, prende forma lo Spazialismo, in grado di coinvolgere e influenzare generazioni di artisti. Tra questi anche alcuni futuri maestri, capaci di approfondire e innovare le sue intuizioni nella creazione di nuovi linguaggi. La ricerca del Maestro rappresenta, per molti aspetti, un vero e proprio incipit dell’arte contemporanea, un luogo imprescindibile che, secondo molteplici declinazioni, ha ispirato alcuni tra i linguaggi artistici più importanti che dagli anni cinquanta del secolo scorso giungono sino a oggi. In quest’ottica i curatori hanno identificato alcuni artisti (da Piero Manzoni a Agostino Bonalumi e Enrico Castellani, da Alberto Biasi a Gianni Colombo, da Mario Deluigi a Tancredi Parmiggiani e Gino Morandis, da Roberto Crippa a Gianni Dova, sino a Giuseppe Santomaso, Ettore Spalletti,
Nunzio, Ben Ormenese, Sandro Martini, Edmondo Bacci, Virgilio Guidi, Vinicio Vianello, Cesare Peverelli, Dadamaino, Paolo Scheggi, Umberto Mariani, Turi Simeti, Remo Bianco, Paolo Radi, Felice Canonico, Ivano Fabbri, Jorrit Tornquist, Emanuela Fiorelli, Claudio Rotta Loria, Domenico D’Oora, Marcello De Angelis, Fernando Picenni, Giovanni Lombardini, Saverio Rampin, Ennio Finzi e Riccardo Licata) attraverso i quali costruire un percorso espositivo in grado di approfondire le significative linee di ricerca e i nuclei tematici in cui è possibile riconosce la lunga ombra di Fontana.
Tema centrale della mostra è quindi l’indagine di alcune tra le più rilevanti poetiche che, partendo da Fontana, possono rappresentarne una continuità di ricerca. La sua lunga ombra può così divenire uno strumento per comprendere alcuni aspetti fondamentali dell’arte e indicare una linea di studi aperta sul futuro.
Sintetizza in catalogo Daria Jorioz, storica dell’arte e dirigente regionale della Struttura Attività espositive: “Dalla libera spazialità barocca al dinamismo futurista di Boccioni e Sant’Elia, Fontana tutto abbraccia e tutto supera, rivendicando l’immortalità intellettuale del gesto artistico, che consente il superamento della caducità dell’opera d’arte, destinata a scomparire per la sua intrinseca natura fisica. Innovatore e visionario, egli partecipa con slancio al dibattito, peraltro molto sentito in quegli anni, sul ruolo dell’arte nel mondo contemporaneo, articolando una riflessione tanto brillante quanto caleidoscopica che, coinvolgendo l’architettura, ne sottolinea la dimensione aperta e mutevole, che prevede la percezione sensoriale dello spettatore”.
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Fino al 22 settembre, Museo Archeologico Regionale di Aosta
Tutti i giorni 9-19