La fortuna della Scapiliata di Leonardo da Vinci in mostra a Parma, fonti antiche e modello per i moderni
Il 2019 è l’anniversario dei cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci (2 maggio 1519) e in Italia sono fiorite celebrazioni ed eventi per celebrare il grande genio del Rinascimento, l’artista universale che ha aperto le porte alla “maniera moderna”. A questo ricchissimo calendario partecipa anche Parma, con una mostra al Complesso Monumentale della Pilotta: protagonista assoluta dell’esposizione è la Scapiliata di Leonardo. L’opera sarà infatti in mostra fino al 12 agosto in un contesto curatoriale che punta a mettere in evidenza le fonti d’ispirazione e l’importanza che ha poi come modello anche per altri artisti.
La mostra, curata da Pietro Marani e Simone Verde, ha l’obiettivo di raccontare (e analizzare) la Scapiliata (e la sua fortuna critica) in rapporto ad altri capolavori di Leonardo, arrivati direttamente dalle collezioni della Royal Library di Windsor e dalle raccolte del Castello Sforzesco di Milano, e di altri artisti che hanno continuato il modello leonardesco con opere in cui si incontrano figure bibliche e pagane. Tra questi troviamo Bernardino Luini con la sua meravigliosa Salomè degli Uffizi.
Per molti la Scapiliata di Leonardo rappresenta (come ogni opera leonardesca, in verità) un rebus e un simbolo al contempo. Dipinta nell’ultimo decennio del Quattrocento, quando Leonardo era ancora a Milano (ipotesi confermata dall’analisi del supporto: legno di noce, come quello delle altre sue opere milanesi), l’opera esprime alla perfezione lo sperimentalismo tipico dell’artista toscano: studio, bozzetto, opera, finito, non finito, precursore della maniera moderna… Questo dipinto, appartenuto prima (forse) a Isabella d’Este e poi a suo figlio Federico II Gonzaga, è stato uno dei temi di ispirazione prediletti per diversi artisti della cerchia di Leonardo, e non solo.
La mostra alla Pilotta di Parma raccoglie attorno a questo simbolo leonardesco – dopo una sezione dedicata a opere evocative dell’età greco-romana (utile per capire le fonte del famigerato “paganesimo antico”) – disegni di Leonardo per la Leda, opere di Bernardino Luini, del Maestro della Pala Sforzesca, di Giovanni Agostino da Lodi e dei leonardeschi più vicini al Maestro.
Il catalogo della mostra, edito da Nomos, ricostruisce questo percorso critico in maniera chiara e illuminante, dando spazio a saggi che approfondiscono l’aspetto iconografico legato alla genesi di modello di bellezza femminile e altri interventi che, invece, indagano l’aspetto tecnico, con relazioni e, in chiusura, la scheda conservativa.
Nella prima parte troviamo due brevi saggi introduttivi a firma dei curatori: “La Scapiliata, genesi culturale di un capolavoro e della sua forma” di Simone Verde e “Tra l’Antico e i moderni: cronologia e significato della Scapiliata di Leonardo” di Pietro Marani. Subito dopo, prima della sezione relativa al catalogo della mostra vera e proprio, due capitoli dedicati alle collezioni della Galleria di Parma ai tempi di Maria Luigia (quindi tra il 1816 e il 1847) e alla figura di Gaetano Callani, importantissimo collezionista parmese del ‘700, rivelatosi fondamentale per lo sviluppo degli studi su Correggio e Leonardo nella seconda metà del XVIII secolo e per il ruolo giocato, non solo a Parma, nel mercato dell’arte e del collezionismo – sospettato, perfino, di essere l’autore della stessa Scapiliata!
Il catalogo sulla mostra si divide poi in quattro parti: “L’Antico, il Rinascimento e la scoperta del movimento in pittura”, “Li capegli scherzare insieme col finto vento: la Scapiliata e la sua fortuna”, “Gatano Callani collezionista e artista” e “La Scapiliata e altri capolavori: acquisizioni in Parma ducale”. Chiede la parte con la relazione tecnica, con scritti di Pinin Brambilla Barcilomn, Diego Cauzzi, Gisella Pollastro e Claudio Seccaroni, e immagini di radiografie, fluorescenze UV e fotografie all’infrarosso.
LA FORTUNA DELLA SCAPILIATA DI LEONARDO DA VINCI
a cura di Pietro C. Marani
e Simone Verde
Catalogo della mostra presso il Complesso Monumentale della Pilotta, Parma.
«Un’opera che, per quanto piccola di dimensioni, riassume tutta la vastità delle innovazioni e degli interrogativi suscitati da Leonardo. La mostra, attorno alle questioni appena menzionate, chiama a raccolta, dopo una selezione di opere evocative dell’antichità greco-romana, disegni di Leonardo per la Leda, opere di Bernardino Luini, del Maestro della Pala Sforzesca, di Giovanni Agostino da Lodi e dei seguaci più vicini al maestro provenienti dalle Collezioni Reali di Windsor, dal Louvre di Parigi, dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze, dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano, dal Museo Nazionale Archeologico di Napoli e dalle stesse raccolte della Galleria Nazionale di Parma. Opere queste ultime che, insieme ad alcuni documenti d’archivio, saranno utili a ricostruire il clima collezionistico e la formazione delle raccolte parmensi negli anni dell’acquisizione del capolavoro leonardesco».