432.500 dollari. Partendo da una stima di 7-10 mila dollari. È quanto è stato speso lo scorso ottobre da Christie’s per la prima opera eseguita da un’intelligenza artificiale.
Il lavoro è stato progettato da un trio francese che si chiama “Obvious” (uno studente di intelligenza artificiale e due laureati in finanza), che ha archiviato in un algoritmo oltre 15.000 dipinti realizzati tra il XIV e il XX secolo.
In poche parole, l’algoritmo ha creato, partendo dal database, l’opera. Una sintesi matematicamente perfetta di tutto il suo archivio. Una spremuta di tutti i dipinti che il software ha potuto mangiare.
Una provocazione? Un’opera a tutti gli effetti? Un buon investimento?
Una cosa è certa, il futuro passa da qui.
Lo riconosce nel suo ultimo Amarcord anche Giancarlo Politi, editore e Direttore di Flashart.
Il tema di come il digitale stia modificando le nostre vite e di come lo farà in maniera sempre più pervasiva è centrale e attualissimo, anche nell’arte.
A dirla tutta l’arte ci è arrivata un po’ in ritardo, ma è inevitabile, ne verrà contaminata come tuti gli altri settori.
Penso alla musica, di cui il digitale prima ha cambiato il mercato (ricordate Napster? La causa milionaria con cui i Metallica nei primi 2000 volevano tutelare le loro edizioni discografiche? Esatto…) e poi ha definitivamente modificato anche la modalità compositiva stessa.
Personalmente passo tutti i venerdì sera con il mio gruppo a suonare in una saletta che tanto ricorda quelle dei gruppi anni ’70, ma ho completa consapevolezza del fatto che il 90% dei brani che oggi vengono composti, fruiti e venduti, non passa più dallo strumento suonato ma dal digitale.
E questo succederà anche nell’arte. Chi prima lo comprende si salverà e ne farà un prezioso alleato.
Pensiamo alle tante start up che si stanno facendo strada sul mercato: SAVE THE ARTISTIC HERITAGE, che attraverso edizioni certificate e incopiabili dei capolavori del nostro patrimonio sostiene i musei italiani, oppure ART SHELL, che aiuta con il suo cloud le gallerie e le fondazioni nell’archiviazione digitale delle collezioni, ART RIGHTS, che attraverso la Blockchain vuole creare un database universale e condiviso delle opere in circolazione, oppure ancora le tante piattaforme di e-commerce come KOONES o la più celebre ARTSY.
E infine, lo sapevate che Gagosian ha appena assunto uno dei fondatori di ARTSY per lo sviluppo digitale delle sue gallerie?
Ne parleremo ancora qui al Motel, ma una cosa è certa: il digitale fa già parte di voi ben più di quanto ne siete consapevoli.
Fatevelo amico il prima possibile.
Questo tuo articolo fa riflettere. Alla fine che cos’è un’ idea se non la somma di altre idee che l’hanno preceduta?
Questo tuo articolo fa riflettere. Alla fine che cos’è un’ idea se non la somma di altre idee che l’hanno preceduta?