Spider-Man. Far From Home: Peter Parker in gita scolastica chiude il primo grande ciclo cinematografico Marvel
Spider-Man. Far From Home è arrivato nelle sale per chiudere la terza fase del Marvel Cinematic Universe, il franchise che i Marvel Studios hanno creato per portare gli eroi Marvel Comics sul grande e piccolo schermo. Le prime tre grandi fasi, aperte dal primo film dedicato a Iron Man nel 2008, raccolgono ventitré lungometraggi, con un arco narrativo ampio e articolato che non si è limitato a presentare al pubblico cinematografico i grandi eroi dei fumetti Marvel ma li ha coagulati e impegnati in una serie di avventure crossover per realizzare una vera e propria saga: la Saga dell’Infinito, sotto il marchio-egida degli Avengers.
La terza e ultima fase non si è chiusa con gli eventi cosmici di Endgame, dove un complesso incastro spazio-temporale ha riportato in vita la metà della popolazione dell’universo, scomparsa in Infinity War a causa del terribile Thanos. È Spider-Man. Far From Home a mettere fine alla fase tre, e non possiamo che trovarla un’ottima idea.
Gran parte del merito va al cast, che avevamo già amato in Homecoming (un altro *home nei titoli dedicati al nuovo corso cinematografico di Spider-Man) ma che qui si rivela più affiatato e naturale che mai: Tom Holland, ormai amatissimo come «amichevole Spider-Man di quartiere», l’ex star Disney Zendaya, sempre più a suo agio nei panni di Michelle Jones (detta MJ per rendere omaggio alla fidanzata dello Spider-Man dei fumetti, Mary Jane Watson), Jacob Batalon nei panni di Ed, l’amico nerd e sodale di Peter, il premio Oscar© Marisa Tomei, stupenda e scatenatissima nei panni di una giovane zia May Parker.
Si unisce a loro Jake Gyllenhaal interprete di Mysterio, uno dei nemici più longevi dell’arrampicamuri di New York.
Vale la pena ricordare che nel quarto film di Sam Raimi dedicato a Spider-Man, purtroppo mai realizzato, Mysterio sarebbe stato interpretato dall’iconico Bruce Campbell, un cattivo slapstick e fuori controllo che possiamo solo provare a immaginare.
Sono passati otto mesi dal «blip», l’evento che per mano (guantata) di Hulk ha riportato in vita tutti coloro che erano stati decimati dallo «snap» di Thanos, nel 2018. Dal telegiornale scolastico della Midtown School of Science and Technology – dopo un esilarante coccodrillo dedicato agli Avengers caduti, sulle note di I Will Always Love You con tanto di colombe e cieli immensi – apprendiamo che chi ha subito il blip non è fisicamente invecchiato mentre il resto della popolazione sì, di cinque anni (2018-2023). Per rimettere le cose a posto la direzione nei panni della direzione ha deciso di far ripartire l’ultimo anno di liceo in modo da livellare la preparazione di tutti gli studenti in vista del diploma ma Peter, Ed e tutta la classe non riescono a pensare ad altro che alla gita scolastica in Europa.
Mentre il mondo continua a chiedersi chi sarà il nuovo Iron Man e in Messico una strana tempesta di sabbia con un volto distrugge interi insediamenti, Peter prova a ignorare le chiamate di Nick Fury (da quando l’ex vertice dello S.H.I.E.L.D. ha difficoltà a rintracciare qualcuno?) e decide di non portare il costume di Spidey in valigia per potersi meglio dedicare alla conquista del cuore di MJ.
Come possiamo immaginare niente andrà per il verso giusto e mentre la classe scorrazza per Venezia una nuova minaccia proveniente dall’acqua si palesa, subito osteggiata da un nuovo eroe dai poteri molto simili a quelli del Doctor Strange – apertura di varchi spazio-temporali che ricordano quelli del nostro stregone supremo preferito – a lui si unisce Peter, che non avendo con sé il costume decide di usare una maschera veneziana per proteggere la sua identità. Fury riesce ad acciuffare Peter che incontra così il misterioso Quentin Beck. Questi dice a Peter di provenire da un’altra versione della terra: Terra-833, distrutta proprio dalle creature che ora stanno attaccando le città europee di questa dimensione: gli Elementali.
Peter riceve anche il controllo della tecnologia Stark attraverso un paio di occhiali à la Tony (gli stessi che l’avenger indossa in Infinity War) ma non ha intenzione né di combattere al fianco di Beck (denominato dai media italiani Uomo del Mistero, dando così origine al nome Mysterio) né si sente all’altezza di prendere il posto di Tony Stark. Gli eventi precipiteranno e fra illusioni surreali e battaglie – prima a Praga (durante il Festival della Luce), poi a Londra – Peter sarà costretto a prendere maggiore coscienza della sua posizione di eroe e, chissà, forse troverà il modo di confessare i suoi sentimenti a MJ.
Spider-Man. Far From Home affronta in maniera fresca e vivace le dinamiche – purtroppo assai attuali – della manipolazione e della spettacolarizzazione degli eventi e dell’informazione. Lo fa aggiornando all’era delle fake news e del sensazionalismo mediatico uno dei nemici di Spidey più interessanti: Mysterio/Quentin Back, grande esperto di effetti speciali cinematografici e stuntman. Non a caso Mysterio indossa la tipica tuta grigia coi triangolini usata nella motion capture.
Con la Saga dell’Infinito i Marvel Studios segnano il passaggio del genere cinecomic a una forma di narrazione più complessa e interessante, in cui le scelte, le idee e le azioni dei personaggi sono influenzate dal contesto sociale e politico, contesto che diviene così vero e proprio protagonista della storia.
Spider-Man. Far From Home è l’esempio più vivido e felice di questa dinamica: mostra gli effetti globali di Endgame, il clima di insicurezza e fermento della situazione geopolitica mondiale (Tony Stark era una delle principali interfacce belliche del governo cui procurava le ultime e migliori tecnologie) ma lo fa attraverso gli occhi e le prerogative di un adolescente innamorato, chiamato a confrontarsi con una realtà globale, forse cosmica.
Il produttore cinematografico e presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha assicurato che questa estate, proprio dopo questa nuova pellicola dedicata a di Spider-Man, verrà annunciata la formazione cinematografica della fase quattro – che dovrebbe aprirsi con il film dedicato a Vedova Nera/Natasha Romanoff (interpretata ancora una volta da Scarlett Johanson) – i cui semi narrativi sembrano essere già stati sparsi in Far From Home: il multiverso, la possibile creazione di un nuovo team Avengers, le guerre cosmiche (le Secret Wars dei fumetti?) e la manipolazione dell’informazione.