Il Presidente di Fondazione Canova Vittorio Sgarbi e il Direttore della Gypsotheca e Museo Antonio Canova Mario Guderzo hanno dato il via alla mostra Un Tempio per l’Eternità. L’evento è incentrato sull’edificio che la ospita: il Tempio di Canova a Possagno (TV).
Quando il 13 ottobre 1822 Antonio Canova muore a Venezia, a Possagno, vicino Treviso, il tempio che l’artista ha progettato ancora non era stato completato. Un grande progetto incompiuto, per il quale il rimpianto si fa ancora più vivo dal momento che dalla sua realizzazione dipendevano le possibilità per Canova di lasciare un’eredità concreta della sua opera nella sua città natale. Un sogno intimo e personale, che vide la luce grazie al fratello Giovanni Battista Sartori Canova: fu lui a terminare il solenne edificio e ad accompagnarlo alla consacrazione nel 1832. Dieci anni dopo la morte del suo creatore, il tempio sorge proprio come nei progetti iniziali: un connubio storicistico, nato associando la classicità greca alla praticità romana e tenendo a mente il Partenone e il Pantheon, due emblemi dell’architettura classica.
Un Tempio per l’Eternità è la mostra che apre le porte, fino al 13 ottobre, al grande tempio e alle opere custodite al suo interno, in particolare nella Gypsotheca. Ma, come detto, è l’intera costruzione a fregiarsi di un particolare valore.
I modelli di riferimento erano stati il Partenone di Atene, la Rotonda di Agrippa a Roma e i templi di Paestum e sono nettamente distinguibili osservando l’edificio. Innanzitutto una doppia serie di colonne doriche sorregge una trabeazione e costituisce lo spazio antistante il corpo rotondo, a base quadrata, coperto da una cupola emisferica; il pronao del tempio riprende con precisione filologica proporzioni e accorgimenti prospettici del Partenone ateniese; la struttura circolare e la cupola, invece, sono derivati dal Pantheon. Sulla trabeazione le metope rappresentano episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento: La creazione del Mondo, La creazione di Adamo, Caino e Abele, il Sacrificio di Isacco; L’Annunciazione, La Visitazione e la Presentazione di Gesù al Tempio. I bassorilievi originali sono, invece, collocati all’interno, tra gli altari.
E’ evidente che alcune forme geometriche, come il triangolo, la sfera ed il cilindro assemblati, permettano al Canova la realizzazione di un gioco d’architettura raffinato nelle proporzioni. In questi termini si riconosce l’assoluta fedeltà ai principi neoclassici.
Le pareti sono rivestite da lastre di pietra lavorata; la cupola a rosoni dorati simboleggia il firmamento; al centro il lucernario permette al sole di penetrare nell’ampio spazio portando la luce all’interno. L’altare maggiore è collocato nella vasta abside. Sull’altare è posta la grande Pala con Il compianto di Cristo, dipinta da Canova a Possagno nell’estate del 1799. All’interno del Tempio, sulla sinistra, è collocata la tomba dell’artista con l’Autoritratto del 1812 e il Ritratto del fratello, opera di Cincinnato Baruzzi.
All’inizio del 1800 l’intera città di Possagno, l’intera zona della Pedemontana era stata coinvolta nel progetto: furono impiegati 250 operai oltre agli addetti al trasporto e furono utilizzati molti materiali provenienti dalla zona. Oggi, 200 anni più tardi, l’intera comunità si è nuovamente mobilitata per celebrare il suo più grande genius loci.