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Van Gogh e il Giappone, in arrivo al cinema una storia mai raccontata

Van Gogh e il Giappone

Van Gogh e il Giappone, in arrivo al cinema una storia mai raccontata. Nelle sale italiane a settembre

Si apre con Van Gogh e il Giappone i prossimi 16, 17, 18 settembre la nuova stagione della Grande Arte al Cinema di Nexo Digital. Diretto da David Bickerstaff, il docufilm porta gli spettatori in un viaggio tra le bellezze della Provenza, l’enigma del Giappone e le sale della mostra ospitata nel 2018 al Van Gogh Museum di Amsterdam.

Racconta il regista: «La cosa stupefacente nel lavorare a un film su Van Gogh è la ricchezza delle intuizioni che emergono dalle sue lettere o anche solo osservando da vicino le sue opere. Pensi di conoscerle, perché sono famosissime, ma ogni “visione” rivela qualcosa di nuovo. L’intensità del sentire di Van Gogh mentre lotta con la sua arte è messa a nudo con ogni segno che marca sulle tele. È la ricerca di una semplicità potente che ha attratto Vincent van Gogh verso l’arte del Giappone».

Grazie alle lettere dell’artista e alle testimonianze dei suoi contemporanei, Van Gogh e il Giappone rivela l’affascinante storia del profondo legame tra il pittore olandese e l’arte giapponese. Oltre a indagare la tendenza del japonisme, il docufilm ci guiderà attraverso l’arte del calligrafo Tomoko Kawao e dell’artista performativo Tatsumi Orimoto, per comprendere appieno lo spirito e le caratteristiche dell’arte del Sol Levante.

Quando il periodo Edo terminò, nel 1868, e il Giappone si aprì all’Occidente e Parigi venne inondata di tutto ciò che era giapponese: oggetti decorativi e stampe colorate impresse con matrici di legno chiamate ‘ukiyo-e’ (letteralmente “immagini del mondo fluttuante”).Van Gogh e il Giappone

Van Gogh rimase affascinato da tutti gli elementi di questa straordinaria cultura visiva, lesse le descrizioni del Giappone, acquistò stampe per tappezzare la sua stanza e studiò attentamente le opere giapponesi soffermandosi sulle figure femminili nei giardini o sui bagnasciuga, su fiori, alberi e rami contorti: apprezzava di quei lavori linee e purezza compositiva tanto da farne una fonte d’ispirazione imprescindibile per la sua pittura.

Nel 1888 Parigi era diventata per Vincent una città troppo frenetica, per decise di partire per il sud della Francia, alla ricerca di nuovi spunti e di una vita a più stretto contatto con la natura. In Provenza, Van Gogh scoprì un paesaggio magnifico, una luce potente, una popolazione dai costumi tradizionali e per certi versi “esotici”, capaci di dialogare con la sua visione idealizzata del Giappone e con il suo “sogno” giapponese.
Quelli che seguirono furono per lui anni prolifici, ma anche estremamente travagliati, che diedero linfa vitale ad alcune delle opere più iconiche della sua intera produzione.Van Gogh e il Giappone

>> Van Gogh e il Giappone, al cinema il 16, 17 e 18 settembre. Guarda il trailer

 

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