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La rivoluzione di Ferragosto. Firmato in sordina il decreto Mibac che stravolge i musei italiani

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La Galleria dell'Accademia di Firenze nella rivoluzione Mibac
La Galleria dell’Accademia di Firenze nella rivoluzione Mibac

La Galleria dell’Accademia di Firenze passa agli Uffizi, il Cenacolo Vinciano di Milano alla Pinacoteca di Brera. Ma perché le rivoluzioni al Mibac si fanno sempre in momenti “morti”?

Una vera e propria rivoluzione, che come ormai accade spesso – chissà perché? – in Italia nella gestione dei Beni Culturali, viene messa in atto in momenti improbabili, quando l’attenzione dell’opinione pubblica e dei media è decisamente “distratta”. Qualcuno ricorderà il 2014, quando l’allora ministro Dario Franceschini nominò i direttori generali del Mibac il 24 dicembre, sì, esattamente alla vigilia di Natale. Ora Bonisoli ne ricalca le gesta, annunciando il 14 agosto – sì, esattamente alla vigilia di Ferragosto – un provvedimento che stravolge l’organizzazione interna del sistema museale italiano. Il decreto, approvato lo scorso 19 giugno dal Consiglio dei Ministri e passato poi al vaglio della Corte dei Conti, entrerà in vigore il prossimo 22 agosto, introducendo le Direzioni territoriali delle reti museali al posto dei Poli museali regionali. Le nuove strutture organizzative saranno dieci e così ripartite: Direzione territoriale delle reti museali del Piemonte e della Liguria, di Lombardia e Veneto, dell’Emilia Romagna, della Toscana, del Lazio, di Abruzzo e Molise, della Campania, della Puglia e Basilicata, della Calabria e della Sardegna. Vengono poi istituiti due Musei Nazionali, quello dell’Umbria e quello delle Marche, al posto della Galleria Nazionale dell’Umbria e dell’omologo sito delle Marche, all’interno dei quali transitano i musei non autonomi afferenti agli ex Poli museali di Umbria e Marche.

Leonardo, Cenacolo, 1495-1498, Milano, Refettorio di Santa Maria delle Grazie
Leonardo, Cenacolo, 1495-1498, Milano, Refettorio di Santa Maria delle Grazie

Altri provvedimenti: nascono i Musei Nazionali Etruschi con sede a Villa Giulia, che ricomprendono i musei etruschi e archeologici nazionali di Chiusi, Rocca Albornoz, Tarquinia, Tuscania, Cerite-Cerveteri, e le necropoli etrusche site nel Lazio (Banditaccia-Cerveteri e Monterozzi-Tarquinia) e in Toscana (Poggio Renzo-Chiusi, Tomba della scimmia-Chiusi). Il decreto firmato da Bonisoli, nel definire l’istituto di rilevante interesse nazionale, eleva i Musei Nazionali Etruschi a museo di seconda fascia, dotandolo, dunque, di autonomia speciale (non solo scientifica ma anche gestionale). Viene poi istituito il parco del Castello di Miramare a Trieste, di cui fanno parte i musei inseriti nel polo museale del Friuli Venezia Giulia, e si stabilisce il passaggio della Galleria “Giorgio Franchetti” alla Ca’d’oro di Venezia alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, così come quello della Galleria dell’Accademia di Firenze e del Museo San Marco di Firenze agli Uffizi. A Milano, infine, il Cenacolo Vinciano passa alla Pinacoteca di Brera.

http://www.beniculturali.it/

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