A poche decine di metri dalla zona rossa evacuata dopo il crollo del Ponte, a un anno dalla tragedia, OZMO ha realizzato un’opera site specific dedicata alle vittime, al quartiere e alla città.
Il punto di partenza di ogni intervento artistico di OZMO è l’ispirazione che gli arriva dal contesto che lo accoglierà. Invitato a realizzare un murale nell’ambito del progetto On the Wall, su una parete dalla quale si possono ancora vedere le macerie che chiudono via Fillak (la strada principale che collegava il quartiere Certosa, oggi ancora quasi isolato con Genova), dopo un’accurata ricerca, sceglie di progettare un’opera capace non solo di relazionarsi al luogo, ma anche di connettersi allo stato emotivo della comunità e delle persone, di essere consolatoria senza lasciarsi però sorprendere da sentimentalismi e retorica.
Appropriandosi e reinterpretando uno dei capolavori del Canova, l ‘Amore e Psiche’, crea e dipinge un’immagine potente e serena che evoca un moto ascendente e salvifico in grado di contrapporsi a quello discendente del crollo e della separazione. Il gruppo scultoreo è raffigurato così come appare dall’angolazione che ne mette in risalto il punto focale: l’atto che sancisce contemporaneamente il soccorso, il conforto reciproco, il risveglio, la ritrovata unione, quell’abbraccio che le due figure si scambiano e idealmente si estende alle vittime e all’intero quartiere. A completare la composizione è la scritta ‘THIS IS SITE SPECIFIC’ che l’artista pone con un gesto Dada sopra i visi delle due divinità. Perchè apporre questa scritta che sottolinea il suo modus operandi e quello di molti urban artists? Perchè proprio sui volti?
Come ogni lavoro di OZMO, il murale realizzato nel e per il quartiere Certosa oltre ad essere omaggio al contesto e a svilupparsi in dialogo con lo spirito del luogo, è uno specchio che invita alla riflessione, un’opera aperta che ci interroga e che non manca neppure di porre domande sulla e alla pratica dell’arte urbana stessa.