Il 23 settembre Galleria Borghese, Roma, inaugura le celebrazioni per l’anno di Raffaello con la presentazione degli innovativi studi scientifici sulla tavola della Deposizione.
Perugia, 1608. Nottetempo un emissario di Scipione Borghese, potente cardinale romano, riesce con la complicità dei frati ad introdursi nella Chiesa di S. Francesco al Prato. Li, da 101 anni, risiede sull’altare della cappella un’opera di inestimabile importanza: la Deposizione di Raffaello. La tavola è stata commissionata all’artista da Atalanta Baglioni in ricordo del figlio Grifonetto, ucciso nel 1500 nel corso di una sanguinosa vendetta di famiglia. Per via della pregevole fattura, o forse della tragica storia che porta con sè, il cardinale decide in modo irrevocabile di venirne in possesso. Così, quella notte, l’opera viene trafugata. Successivamente, il pontefice Paolo V con un Breve pontificio dispose l’appartenenza dell’opera al cardinal Scipione e al patrimonio privato dei Borghese.
Se il 2019 è l’anno di Leonardo, un altro cinquecentenario di morte segna il 2020: quello di Raffaello. Così Galleria Borghese, dove oggi riposa la Deposizione, stacca nuovamente il quadro dalla parete per adagiarlo, questa volta, sul tavolo delle analisi. Attraverso le più avanzate metodologie sviluppatesi negli ultimi anni nell’ambito della diagnostica non invasiva, si intende indagare meglio gli aspetti collegati alla tecnica di esecuzione e allo stato di conservazione del celebre dipinto e delle altre opere del pittore presenti nella collezione Borghese, la Dama con liocorno e il Ritratto d’uomo.
Il 23 settembre Galleria Borghese aprirà le celebrazioni per il cinquecentenario, che vedranno il Museo coinvolto per l’intero anno, con una giornata di studi sul grande Maestro, occasione per presentare l’ambizioso progetto di analisi. La campagna di indagini si basa sull’utilizzo dei più avanzati strumenti di indagine diagnostica, lo Scanning Macro-XRF e la Riflettografia scanner IR iperspettrale, rese possibili grazie al generoso contributo di Bank of America. Tali indagini hanno una doppia finalità: acquisire, attraverso l’uso di tecnologie innovative, nuove conoscenze sulla tecnica esecutiva dell’artista e, al contempo, approfondire le vicende storiche e conservative del dipinto. In seguito agli esiti prodotti, sarà possibile operare la revisione estetica della superficie pittorica e la revisione conservativa del supporto, in particolar modo la funzionalizzazione dei sistemi di protezione a tergo e di quelli di sostegno e aggancio del dipinto alla sua cornice. I risultati ottenuti saranno pubblicati in un volume di carattere scientifico, il quale documenterà l’ampio progetto di interventi e i suoi risultati.
La fluorescenza a raggi X per scansioni macro, MA-XRF, è una tecnologia avanzata e sviluppata presso i maggiori dipartimenti di fisica e chimica e i più importanti centri di ricerca italiani ed europei. Questa tecnica di indagine consente l’analisi non invasiva della superficie pittorica mediante mappe di distribuzione degli elementi chimici presenti, il che fornisce informazioni molto importanti in merito alla tavolozza impiegata, alla caratterizzazione di ritocchi e ridipinture, nonché all’identificazione e visualizzazione di sovrapposizioni di stesure pittoriche aventi differente composizione.
La Riflettografia IR iperspettrale a scansione è un’evoluzione assai più potente della stessa tecnica multispettrale. Il dispositivo opera nel vicino infrarosso e attraverso una serie di rilevatori opportunamente filtrati, acquisisce punto per punto una serie di spettri della risposta in lunghezze d’onda, i quali rivelano caratteristiche sottostanti lo strato pittorico, quali disegno preparatorio, pentimenti, ritocchi.
*Raffaello Sanzio, Deposizione, 1507, olio su tavola, 179 x 174 cm, Galleria Borghese © Ministero per i beni e le attività culturali – Galleria Borghese