Per l’edizione 2019 di Frieze Masters (3-6 ottobre), la galleria Trinity Fine Art presenta un progetto incentrato su un singolo capolavoro: il ritratto di Michele Marullo realizzato da Botticelli. Si tratta dell’ultimo Botticelli in mano private disponibile sul mercato internazionale.
L’opera, proveniente da una importante collezione spagnola, è stata esposta negli ultimi 20 anni al Museo del Prado. Trinity Fine Art presenterà il Ritratto di Michele Marullo a Frieze Masters in uno stand totalmente dedicato all’opera e appositamente progettato per massimizzare l’esperienza dei visitatori. Un catalogo completamente illustrato con un saggio originale del dott. Carl Strehlke, curatore emerito del Philadelphia Museum of Fine Arts, sarà disponibile presso lo stand di Frieze Masters.
Il protagonista di questo affascinante ritratto ha lo sguardo rivolto leggermente verso l’esterno, come se stesse sfidando l’osservatore a guardarlo: le sue pupille fermamente rivolte verso l’estrema destra, ci dicono che ha colto la presenza di qualcun altro. L’abito sobrio di Marullo, i capelli spettinati e le sopracciglia folte suggeriscono la sua duplice natura di un uomo d’azione e lettere, con la mente impegnata a questioni più importanti rispetto al suo aspetto. Questa rara opera è considerata uno dei ritratti più raffinati di Botticelli. A differenza delle opere di Botticelli vendute negli ultimi decenni (tra cui si ricorda la Madonna Rockefeller, che ha stabilito nel 2013 da Christie’s il record di $10,6 milioni), il Ritratto di Michele Marullo è interamente dipinto dalla mano del maestro. I ritratti erano infatti opere costose e si trattava di commissioni fatte personalmente da specifici clienti, a differenza delle immagini religiose che erano lavori più rutinari e potevano essere realizzate con la collaborazione della bottega.
Il gallerista d’arte Carlo Orsi, proprietario di Trinity Fine Art, è una figura di spicco nel mercato internazionale di arte antica ed è ex presidente dell’Associazione Antiquari italiani. Nel corso della sua attività ha contribuito ad acquisire capolavori – tra cui l’ultimo Pontormo in mani private – per la collezione di Francesco Federico Cerruti, recentemente confluita nelle raccolte del Museo del Castello di Rivoli a Torino.
Più recentemente Orsi ha venduto opere di Orazio Gentilleschi, Bronzino, Canova e Bernini e ha lavorato con importanti musei internazionali e collezionisti privati. Il celebre commerciante d’arte Joseph Duveen si lamentò di essersi lasciato sfuggire il Ritratto di Michele Marullo di Botticelli all’asta Simon a Parigi nel 1929 e lo considerò come uno dei grandi obiettivi mancati della sua carriera. L’opera – che era stata precedentemente parte della collezione del figlio adottivo di Napoleone, Eugene de Beauharnais – confluì infine nella raccolta di Francisco Cambo, politico spagnolo e collezionista filantropico, che collezionava con l’intento di lasciare le opere in eredità ai musei spagnoli, in modo da colmare le lacune delle collezioni pubbliche. Diversamente dal grosso della sua collezione, il Ritratto di Michele Marullo realizzato da Botticelli rimase presso la famiglia Cambo, che negli ultimi due decenni lo ha lasciato in prestito permanente al Museo del Prado. A seguito del suo esilio avvenuto a seguito del 1936 e dell’ascesa di Franco, Cambo affermò che quest’opera era tra le sue preferite: non doveva essere difficile per lui sentire una certa affinità con Marullo, anche lui esiliato dalla sua terra.
Botticelli, Michele Marullo e la corte dei Medici
Questo ritratto costituisce il punto di incontro di due grandi personaggi sullo sfondo della Firenze rinascimentale e racconta una storia di politica, bellezza, poesia e guerra. La vicenda dell’opera comincia almeno 50 anni prima che Botticelli la realizzasse, nel 1453, quando dopo un lungo assedio la città di Costantinopoli cadde in mano turca e Marullo fu costretto a lasciare la sua terra natia, senza più potervi fare ritorno. L’assedio di Costantinopoli – luogo conosciuto come “la Roma Bizantina, la seconda Roma” – ebbe un enorme impatto sull’immaginario occidentale: la caduta della città rappresentava infatti la caduta di un ideale, la fine della “romanità” e della civiltà classica. L’evento ebbe ulteriore risonanza poiché avveniva in un momento in cui intellettuali, artisti e poeti riscoprivano la cultura classica infondendole una nuova linfa vitale e dando inizio a quell’era che sarebbe poi passata alla storia con il nome di Rinascimento.
La vita di Marullo è quindi segnata, fin dall’infanzia, dalla violenza: a soli 17 anni cominciò la sua carriera di soldato di ventura, combattendo numerose battaglie contro i Turchi in tutta Europa. In Italia servì Caterina Sforza – meglio nota come “la Tigre” – contro l’esercito di Cesare Borgia, e morì annegato nel tentativo di guadare il fiume Cecina a cavallo nel corso di una tempesta. Ma la violenza non fu l’unica nota dominante nella sua vita, ma venne piuttosto controbilanciata da una raffinatissima educazione classica che ne fece uno dei poeti più rappresentativi dell’epoca Rinascimentale.
Nel 1480 Marullo si trovava a Firenze, la culla della civiltà moderna, nella corte più raffinata che fosse mai esistita. Lorenzo il Magnifico, governatore della città e talentuoso poeta, aveva radunato attorno a sé le menti più all’avanguardia dell’epoca – Leonardo, Michelangelo, Botticelli, Poliziano e molti altri. Tramite l’arte e la cultura intendeva trasmettere un’immagine accuratamente studiata di se stesso e della sua corte, mandando artisti come Botticelli e Leonardo nei regni rivali in qualità di suoi emissari. L’umanesimo era al tempo stesso propaganda politica e aspirazione intellettuale, un sistema di pensiero che poneva al centro dell’universo non più Dio ma l’uomo, ed auspicava ad una vita non più governata dai dettami della Chiesa, ma dagli insegnamenti di Platone e Virgilio.
Tuttavia, Firenze non era soltanto l’idilliaca culla della civiltà che noi tutti conosciamo: Lorenzo non fu mai ufficialmente nominato sovrano della città e questo ne fece il continuo oggetto di cospirazioni. Non bisogna stupirsi del fatto che fu questo ambiente culturale a generare sia la perfezione ultraterrena della Nascita di Venere di Botticelli sia il duro realismo del Principe di Machiavelli.
Michele Marullo, il poeta-soldato, non poteva che sentirsi a casa in questo ambiente. Astuti consiglieri e commentatori politici, i poeti del XV secolo non erano solo uomini di lettere: grazie alla loro autorità intellettuale conferivano legittimità a questa nuova generazione di sovrani, svolgendo un ruolo centrale nei cambiamenti degli equilibri di potere. La cultura era politica e la politica era cultura, e a indicare la strada da seguire non era più il Dio cristiano, ma i classici greci.
Alla fine degli anni ottanta del Quattrocento, quando Marullo arrivò a Firenze, Pierfrancesco de Medici era già un personaggio illustre ed era ritenuto da molti, dopo la morte di Lorenzo il Magnifico, il suo erede culturale, tanto da guadagnarsi il soprannome Laurentius minor. Si riconducono al suo mecenatismo le commissioni a Botticelli sia della Primavera che della Nascita di Venere.
Non deve quindi sorprendere che Marullo, avendo deciso di stabilirsi a Firenze, abbia guardato al giovane Pierfrancesco – piuttosto che a Lorenzo – per ottenere il favore della corte, dedicando a lui la prima edizione delle sue poesie. Secondo il dott. Carl Strehlke, curatore emerito del Museo delle Belle Arti di Philadelphia e autore di un saggio sul catalogo riguardo questa opera, il Ritratto di Michele Marullo potrebbe essere stato commissionato dopo la morte del poeta da uno dei suoi molti amici o dalla moglie, Alessandra Scala, una donna dalla forte indipendenza economica. Solo le famiglie più benestanti potevano, infatti, permettersi di commissionare opere personali e secolari.
THE LAST BOTTICELLI:
MICHELE MARULLO – POETA SOLDATO DEL RINASCIMENTO
Trinity Fine Art
Frieze Masters
Stand A3
VIP Vernissage: Mercoledì 2 ottobre
Giovedì 3 ottobre 2019 – Domenica 6 ottobre 2019
Regent’s Park, Londra