Fondazione Maimeri propone l’esposizione fotografica Sacro e Profano. Al M.A.C. di Milano va in scena l’artista brasiliana Monica Silva, tra rivisitazioni Pop e ritratti rivelatori.
5 serie, 40 opere, 5 giorni per ammirarle. Questi i numeri realisti per approcciarsi al magico mondo delle fotografie di Monica Silva. Artista brasiliana, grande ritrattista, iscrive con naturalezza le sue opere in quello spazio che si ottiene combinando i due aggetti già utilizzati, nella frase precedente, per descrivere il suo lavoro: Realismo Magico. Andrea Dusio, curatore della mostra Sacro e Profano, ci introduce meglio all’interno del concetto:
“Quello che noi europei chiamiamo realismo magico non è altro che l’accettazione, o perlomeno la messa in discussione, di un elemento non spiegabile, irriducibile alla logica, e che però fa parte della realtà”
Monica Silva ci trasporta in questa dimensione attraverso espedienti differenti, come quello che passa dalla rielaborazione della storia dell’arte e della sua contestualizzazione nella contemporaneità. Non senza, appunto, un velo di spaesamento che ci porta a riflettere su ciò che stiamo osservando. è il caso del ciclo Lux et filum – una visione contemporanea di Caravaggio, dove la fotografo reinterpreta la pittura barocca di Michelangelo Merisi. L’idea parte da un semplice ma interessante domanda: “come sarebbero oggi raffigurati quegli stessi dipinti di Caravaggio”?
Le risposte sono in mostra dal 17 al 21 settembre al M.A.C. di Milano, insieme ad altri 4 cicli dell’artista. Banana Golden Pop Art è un omaggio giocoso all’estetica della Pop Art e all’immagine iconica di Andy Warhol, mentre nel progetto inedito Sexy Pop Fruit Series “i rimandi iconografici sono un mero spunto per una dissacrazione praticata paradossalmente verniciando d’oro i frutti, con prepotente allusione alla metafora sessuale che appartiene sin dall’antichità alla pittura di genere”, sostiene ancora il curatore Andrea Dusio.
Anche Coca Cola Series è un omaggio divertente all’estetica di Warhol, mentre a chiudere l’esposizione sono i celebri Portraits, i quali aiutano la persona ritratta a tirar fuori qualcosa di sé che ha paura di esibire.