BUILDING a Milano e MA*GA a Gallarate presentano due mostre complementari dedicate a Giovanni Campus: Tempo in processo. Rapporti, misure, connessioni. Rispettivamente, dal 13 settembre al 12 ottobre 2019 e dal 22 settembre al 10 novembre 2019.
“La spazialità dell’epoca moderna, nella sua evoluzione scientifico-tecnologica, ormai è un “tempo in processo”, in continuo, ineluttabile divenire”
Giovanni Campus
Ha più di 50 anni la ricerca che Giovanni Campus porta avanti imperterrito. Essa verte sul concetto di Tempo, sulla sua connessione indissolubile con lo Spazio e sull’utilizzo di materiali alternativi. Campus considera il tempo come un continuo divenire, che si traduce anche sul piano visivo e si riverbera nelle forme espresse dalla sua arte. Il percorso artistico di Campus attraversa epoche diverse tra loro, a cui l’artista aderisce utilizzando tecniche differenti ed elaborando varie interpretazioni dell’arte. Nonostante ciò, il suo viaggio incorpora perfettamente il concetto di continuità.
Il progetto espositivo Tempo in processo. Rapporti, misure, connessioni si divide in 2 capitoli presentati dalla Galleria BUILDING a Milano e da MA*GA a Gallarate (VA). Attraverso le due gallerie, Campus pone nuovamente al centro della sua ricerca il tempo e il susseguirsi di esso, declinato nelle sperimentazioni che si alternano nelle sale delle gallerie. Le mostre complementari sono presentate dal 13 settembre al 12 ottobre 2019 da BUILDING a Milano e dal 22 settembre al 10 novembre 2019 da MA*GA a Milano.
Nella Galleria BUILDING l’arte di Campus viene scandita dai piani dell’edificio, ciascuno avente una propria valenza formale, iconica e concettuale, in cui prendono vita epoche, materiali e rimandi simbolici diversi.
Il percorso espositivo inizia al piano terra, dove si alternano tele monocrome, forme geometriche ed elementi tridimensionali che inglobano lo spazio. L’unitarietà che si dirama sulle pareti riflette il concetto di continuità, espressa anche attraverso l’elemento delle corde.
Al primo piano l’attenzione è sui contrasti: l’accostamento tra forma aperta e forma chiusa e l’alternanza tra bidimensionalità e tridimensionalità si estendono sul livello.
Molteplici lavori realizzati in cemento negli anni Ottanta descrivono il secondo piano. Attraverso tale materiale, l’artista studia il rapporto con il suolo, radice di ogni azione con lo spazio.
Infine, il protagonista indiscusso dell’ultimo piano è il Metacrilato, materiale plastico adoperato dall’artista fin dagli anni Sessanta che introduce nella sua produzione artistica una dimensione industriale.
Giovanni Campus proietta lo spettatore nel nucleo della sua arte, considerata come una riflessione sul suo vissuto, ma anche come una ricerca perpetua di una “ traccia di senso” all’interno di esso.