La Galleria Nazionale dell’Umbria presenta L’AUTUNNO DEL MEDIOEVO IN UMBRIA. Un omaggio alle botteghe perugine quattrocentesche e ai “cofani” nuziali. Al Palazzo dei Priori a Perugia, fino al 6 gennaio 2020.
L’AUTUNNO DEL MEDIOEVO IN UMBRIA. Presentata al Palazzo dei Priori di Perugia la mostra, a cura di Andrea de Marchi e Matteo Mazzalupi, non solo proietta lo spettatore nel clima estroso di Perugia, ma anche in un’epoca forse non abbastanza studiata e approfondita: il primo Quattrocento. La mostra scardina completamente gli stereotipi legati alla città umbra e fa chiarezza sulla notevole produzione artistica del tempo. Andrea de Marchi fa emergere l’importanza della manifattura di Perugia guidata da un’enigmatica figura quattrocentesca: Giovanni di Tommasino Crivelli, che si pone come interprete dell’identità cittadina attraverso la realizzazione di cofani nuziali.
Prima dell’avvento del Perugino, l’arte umbra del primo quattrocento è eclissata dallo splendore di Firenze, che, brulicante di botteghe ed artisti riconosciuti e omaggiati, domina la produzione artistica del XV secolo. Attraverso la travagliata ricerca di Andrea de Marchi, è stato possibile dimostrare che l’arte di Perugia andava ben oltre la semplice importazione di opere fiorentine.
Di provenienza lombarda, Giovanni di Tommasino Crivelli, all’inizio del secolo, è a capo di una bottega grazie alla quale Perugia diventa centro di produzione di “cofani” nuziali. Essi non costituiscono semplici complementi d’arredo, ma simboli nobiliari nel XV secolo, per ostentare la propria ricchezza, il proprio prestigio sociale, ma in particolare l’orgoglio che Perugia e i suoi abitanti nutrono per le prolifiche botteghe della città. Queste sono fortemente soggette allo stile gotico internazionale, ma allo stesso tempo diventano protagoniste di una generazione in transizione volta al nascente linguaggio rinascimentale.
Le decorazioni dei cofani, in gesso rilevato e dorato, mediante lodevole destrezza e l’utilizzo di punzoni e stiletti, rappresentano scene principalmente pagane, che celebrano il clima festoso della città umbra. Grandi cortei dominano la facciata anteriore dei cassoni, narrando storie mitologiche, medievali e novelle. Uno dei temi maggiormente rappresentati è quello della Domusductio, usanza quattrocentesca consistente il passaggio della sposa dalla dimora dei genitori a quella del marito.
Inoltre, sulla superficie dei cofani, sono presenti diversi stemmi appartenenti alle famiglie quattrocentesche più in vista di Perugia: un’ulteriore prova della loro provenienze umbra. Nonostante ciò, per secoli i medesimi cassoni sono stati attribuiti ad altre botteghe e città, come Siena e Firenze.
La Galleria Nazionale dell’Umbria propone un percorso espositivo scandito dai cofani nuziali quattrocenteschi, ma anche da tavole e opere pittoriche risalenti al medesimo periodo. La mostra ha inizio nel clima gotico di Gentile da Fabriano, che lasciò proprio a Perugia uno dei suoi capolavori giovanili, il Polittico per la sacrestia di San Domenico. Man a mano che si attraversano le diverse sale della mostra, si devia il percorso tardogotico per ritrovarsi sulla via rinascimentale, arrivando fino alla Madonna con bambino e angeli di Benedetto Bonfigli.
Giovanni di Tommasino Crivelli, Benedetto Bonfigli, Lorenzo Salimbeni, Mariano D’Antonio, Baldassarre e Battista Mattioli: attraverso la loro arte è possibile respirare il privato della Perugia del 400.