Martedì 24 settembre 2019, ore 18.00 la Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano (Via Vigevano) presenta il volume GASTONE NOVELLI SCRITTI ’43 – ’68. Alla presentazione del volume curato da Paola Bonani intervengono anche Luigi Ballerini, Luca Cerizza, Paola Nicolin.
Per quanto un’opera possa comunicare efficacemente il proprio messaggio, il quadro attorno ad essa non può che essere completato dal contesto in cui è inserita. Non solo nella storia dell’arte, ma anche nella vicenda creativa del suo stesso artista: come si posiziona all’interno del suo lavoro? Quali significati ulteriori può guadagnare? Parliamo quindi di ricerca artistica, di un approfondimento che scavi sia nelle meccaniche interne dell’opera che nel contesto attorno ad essa, fino a giungere alla vita e alle vicende di chi l’ha composta.
Procedimento che diviene più significativo quando l’artista in questione non sia stato ancora approfondito adeguatamente, quando la poetica dell’artista è complessa, quando l’artista si chiama Gastone Novelli. Il volume GASTONE NOVELLI SCRITTI ’43 – ’68, pubblicato da NERO, raccoglie l’intero corpus degli scritti di Gastone Novelli redatti dal 1943 al 1968, sia quelli rimasti fino ad oggi inediti, sia quelli già pubblicati da Achille Perilli nel 1976 in un numero monografico della rivista Grammatica. Le parole, le riflessioni, gli influssi, i collegamenti, l’intero spettro creativo di Novelli raccontato in prima persona attraverso racconti, poesie, manifesti, interviste, ricordi, lettere e appunti di lavoro.
Dalla Roma della Resistenza e dell’occupazione tedesca al Brasile dei primi anni Cinquanta, da Parigi dove Novelli frequenta gli ambienti d’avanguardia e stringe rapporti, tra glia altri, con Hans Arp, Man Ray, Tristan Tzara e Samuel Beckett, alle isole della Grecia, luogo prescelto per i suoi studi sulle origini del linguaggio. Sullo sfondo il vivace ambiente della cultura italiana, in cui Novelli frequenta molte delle personalità di spicco di quegli stessi anni, tra cui Afro Basaldella, Achille Perilli, Arnaldo e Giò Pomodoro, Toti Scialoja, Giulio Turcato e Emilio Villa.
Le lettere e i racconti dal carcere, il giovanile manifesto politico del Movimento Confederale europeo, i corsi di composizione tenuti in Brasile e a Roma, i testi teorici per le riviste L’Esperienza moderna e Grammatica, i suoi decisi interventi sulla Biennale di San Paolo del Brasile, sul Convegno di Verucchio, sulla Quadriennale di Roma e sulla Biennale di Venezia, quelli sul Surrealismo: elementi che attraversano la storia dell’Italia artistica e politica della seconda metà del Novecento e allo stesso tempo offrono un racconto senza filtri della vita di uno degli artisti italiani più importanti del secolo passato.