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Banksy apre un negozio a Londra durante la Frieze Week! Ecco la sua più grande installazione di sempre

Immagine da Instagram (https://www.instagram.com/p/B3FAJKonJ_z/) Immagine da Instagram (https://www.instagram.com/p/B3FAJKonJ_z/)
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Immagine da Instagram (https://www.instagram.com/p/B3FAJKonJ_z/)

Il negozio ‘dove l’arte irrita la vita’. Banksy si converte al Capitalismo e alla mercificazione dell’arte? Non proprio, ecco perché.

L’ultima, irriverente trovata di Banksy, questa volta sembra nata più da esigenze pratiche che non dall’ispirazione dello street artist più famoso al mondo, ma mantiene inalterata la portata provocatoria di sempre. L’artista di Bristol infatti, ha appena aperto un negozio  che mette in vendita alcuni articoli per la casa che riprendono i suoi  lavori, da quelli più vecchi a quelli più recenti.

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Innanzitutto, prima che vi sentiate traditi dall’ultima leggenda urbana del secolo, è d’obbligo premettere che tutti i proventi (così come è sempre stato per ogni attività di Banksy) saranno devoluti in beneficienza. Inoltre, la scelta è stata quasi obbligata. Da quanto si legge in un foglietto appeso sui vetri del negozio, sembra che un’azienda stia tentando di appropriarsi del suo nome. Da quanto si apprende, la legge prevede che, se per un certo periodo di tempo non si usa un marchio a fini commerciali, altri possono reclamarlo. Banksy deve quindi prima vendere dei prodotti con il suo ‘marchio’ per potersi poi difendere adeguatamente in sede legale da chi vuole appropriarsi del suo nome.

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Immagine da Instagram (https://www.instagram.com/p/B3FAJKonJ_z/)

Insomma, per la stessa ammissione dello street artist, l’iniziativa nasce essenzialmente per motivi legali. Banksy ha quindi aperto un negozio che vende i propri articoli, anche se le porte d’ingesso sono chiuse. Ci ha scherzato su anche lo stesso artista su Instagram:

“Sto aprendo un negozio oggi (anche se le porte in realtà non si aprono)”.

I prodotti infatti, potranno essere acquistati solo online tra qualche giorno.

Gross Domestic Product‘ – questo il nome dello shop aperto nel quartiere Crydon, a sud di Londra – ha solo fini espositivi. Si tratta dunque essenzialmente di un’installazione, la più grande mai realizzata dall’artista. Un concentrato di distopia del tecno-capitalismo, come da tradizione banksiana. Se al primo colpo d’occhio appare un luogo colorato e divertente, l’inquietudine si fa strada se lo sguardo si concentra sui singoli articoli, anche se non manca mai il lato ironico e scherzoso, che alleggerisce il tutto. Anche questa, tutto sommato, una esigenza strategica: denunciare temi drammatici con l’ironia di chi non si prende troppo sul serio e con la leggerezza di un cartone animato.

bambino lecca la neve finta
Immagine da Instagram (https://www.instagram.com/p/B3FAJKonJ_z/)

Ecco dunque che il famoso tigrotto che sponsorizza i cereali, finisce a fare il tappeto. Una brutta fine anche per una serie di peluche, o meglio, per le loro tenere testoline che decorano, come trofei, una parete del negozio. C’è poi un nostalgico giochino con le formine di legno che aiuteranno i bambini a contare: potranno esercitarsi cercando di far entrare più formine di  immigrati possibili dentro un camion. E per le mamme, i tappetini di benvenuto per fare bella figura con gli ospiti, ricavati dai giubbotti di salvataggio dei migranti salvati in mare.

Il casco di un poliziotto appeso al soffitto come se fosse la palla di una discoteca crea un’atmosfera elettrizzante. Nel frattempo, in una culla, un neonato viene controllato e ripreso da decine di telecamere.

Sfruttamento degli animali, immigrazione, controllo globale… se vi assale l’inquietudine, potete passare a un articolo più rassicurante: una bella poltrona imbottita con due cuscini dove il primo recita ‘Troppo breve la vita…’. Segue la prosecuzione della citazione nell’altro cuscino, una doccia fredda firmata Banksy  ‘ …per chiedere consiglio a un cuscino’.

Per quanto riguarda i proventi della vendita online degli articoli  che Banksy devolverà in beneficienza- da quanto riportano i media inglesi – sembra che serviranno a finanziare l’acquisto di una nuova nave per una Ong che si occupa di soccorrere i migranti nel Mediterraneo .

 

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