La Fondazione Pistoia Musei presenta una nuova tappa della mostra ITALIA MODERNA 1945-1975. Dalla Ricostruzione alla Contestazione. IL BENESSERE E LA CRISI, la seconda parte del progetto allestita all’interno del Palazzo Buontalenti dal 13 Settembre 2019 al 6 gennaio 2020, indaga e attraversa il ventennio sessanta-settanta del Novecento italiano.
In soli trent’anni quanto possono cambiare le idee, i comportamenti, la visione del mondo degli italiani? Tanto. In sole 3 decadi si può osservare la continua evoluzione del popolo italiano, mosso e scosso dagli eventi su cui l’Italia si affaccia. La guerra, la devastazione, la rinascita, la crisi. Eventi in grado di mettere in discussione ideologie e attitudini, ma anche lo stesso ruolo dell’uomo e dell’artista all’interno della società e poi all’interno dell’universo. In questo scenario plasmato da contesti culturali, sociali e politici si insinua silenziosamente l’idea di Modernità. È qualcosa che l’uomo cerca disperatamente di afferrare, di raggiungere. Un obiettivo, quello di migliorare la propria vita attraverso il consolidamento di valori e idee. Come direbbe Marco Meneguzzo, curatore della mostra allestita a Palazzo Buotalenti di Pistoia, la Modernità è la convinzione di poter essere protagonisti del proprio futuro.
È con questo obiettivo, o destinazione, che l’Italia, dal 1945 al 1975 cambia comportamenti sociali, le sue abitudini, il suo orizzonte quotidiano, ma allo stesso tempo, inizia a scontrarsi con i problemi che proprio la Modernità comporta.
Il Palazzo Buontalenti di Pistoia diventa il palcoscenico di un grande progetto che di addentra nell’arte italiana del Novecento attraverso l’esposizione di opere provenienti dalle collezioni di Intesa Sanpaolo. La mostra ITALIA MODERNA 1945-75. Dalla Ricostruzione alla Contestazione viene scandita in 2 tappe, o meglio 2 periodi, che racchiudono ideologie ed avvenimenti storici che cambiarono irreparabilmente l’Italia. LE MACERIE E LA SPERANZA, prima tappa del percorso, lascia spazio alla seconda, IL BENESSERE E LA CRISI, aperta al pubblico fino al 6 gennaio 2020.
La seconda parte del progetto rende omaggio all’Italia degli anni Sessanta e Settanta. L’accento in particolare è posto sul distacco dalla cultura figurativa del passato per favorire la visione di una società nuova, proiettata al futuro, e il radicale mutamento del ruolo dell’artista e anche della stessa Arte.
Il percorso si divide in 4 sezioni che frammentano il periodo analizzato, studiando i comportamenti e le attitudini degli italiani, ma anche la continua evoluzione del panorama sociale, economico e culturale nazionale.
Dal boom economico degli anni 60, la mostra si divincola tra le avanguardie storiche, le esperienze pittoriche della “pop italiana” fino ad arrivare all’arte povera e a quella concettuale, attraverso le opere di artisti quali Pino Pinelli, Mimmo Rotella, Mario Merz e molti altri.