Dall’11 Ottobre in mostra il progetto Ubiquo. Anatomia del pensiero firmato dall’artista Lucrezia Zaffarano e dal visual storyteller Andrea Sartori.
Il termine l’”Ubiquità” indica la facoltà di essere contemporaneamente in ogni luogo ed è proprio con questa idea che viene presentata dalla Fondazione Luca e Katia Tomassini la nuova installazione “Ubiquo”, che unisce le doti artistiche di Lucrezia Zaffarano alle competenze tecnologiche di Andrea Sartori. Onnipresente è infatti l’opera che, giocando su diverse dimensioni, coinvolge simultaneamente più sensi dello spettatore. L’installazione cerca il contatto con l’uomo, attraverso cui prende vita la videoproiezione creata dal film-maker Andrea Sartori.
Dopo Spolvero. Il Cenacolo rivelato, fino al 13 Ottobre in mostra presso la Fondazione Stelline a Milano, Lucrezia Zaffarano e Andrea Santori si rimettono in gioco con un nuovo progetto, guidati ancora una volta dall’intento di andare “oltre la superficie delle cose” e di realizzare un’opera-riflessione sulle orme del disegno Leonardesco. Il progetto Ubiquo. Anatomia del pensiero è aperto al pubblico nelle sale di Vetrya Corporate Campus a Orvieto dall’11 ottobre e si ispira al celebre disegno dell”’Uomo Vitruviano” di Leonardo Da Vinci.
L’installazione interattiva, multisensoriale e multimediale, costituita da un sistema di sensori e da una videoproiezione, ricalca il perimetro della forma del quadrato in quella del cerchio. L’unico elemento che, di primo acchito, risulta essere assente all’interno dell’opera è proprio l’uomo vitruviano a cui essa si ispira. Ma è qui che si consuma il gioco presenza-assenza architettato da Lucrezia Zaffarano e Andrea Santori. L’uomo vitruviano è rappresentato dallo spettatore, dall’uomo comune che dopo essersi imbattuto nell’installazione non resiste e tocca la scultura, facendo azionare la videoproiezione. È lo spettatore il vero protagonista dell’opera, che necessità del dialogo con l’altro, con l’uomo. La sagoma dell’Uomo Vitruviano del 500 viene quindi sostituita da quello contemporaneo ai nostri tempi, che mediante questa mostra attua una riflessione sul proprio corpo, l’anatomia, le proporzioni, la forma, mettendosi “in contatto” con l’opera d’arte stessa.