Un sarcofago della tomba di Ankh, di circa 4.000 anni fa, nascondeva la mappa delle “prove” che il defunto doveva superare per raggiungere il regno di Osiride
Brillanti illustrazioni e geroglifici, che descrivono nel dettaglio tutte le “prove” che il defunto doveva superare per raggiungere il regno di Osiride, la divinità più importante nel mondo funerario per gli egiziani. Questo si sono trovati davanti l’archeologo Harco Willems e il suo team nella necropoli egizia di Dayr al-Barsha, a metà strada tra Il Cairo e Luxor, anche se la presenza di diversi mozziconi di sigaretta segnalava inequivocabilmente che i saccheggiatori avevano già fatto il loro lavoro. E invece un sarcofago di legno della tomba di Ankh, appartenente alla famiglia di un alto ufficiale di circa 4.000 anni fa, nascondeva ancora un grande tesoro archeologico: la più antica copia conosciuta del “Libro dei due sentieri”, con una mappa degli inferi, testi che venivano copiati nei sarcofagi dei nobili dell’antico Egitto. Si tratta di una serie di incantesimi tesi ad allontanare tutti i demoni che Ankh avrebbe potuto trovare nell’aldilà, con una cartografia caratterizzata da linee a zigzag utili per navigare attraverso gli inferi e completare con successo la missione e raggiungere la vita eterna. Il sarcofago risale al periodo del regno del faraone Mentuhotep II, che governò l’Antico Egitto fino al 2010 a.C.: a conferma che la copia trovata all’interno è più antica mai trovata finora.