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Piazza dei Miracoli di Pisa ha finalmente il suo museo. La grandiosa rinascita del Museo dell’Opera del Duomo

Lupo di Francesco Tabernacolo Camposanto, marmo 1320 particolare Lupo di Francesco Tabernacolo Camposanto, marmo 1320 particolare
Lupo di Francesco Tabernacolo Camposanto, marmo 1320 particolare
Lupo di Francesco Tabernacolo Camposanto, marmo 1320 particolare

Piazza dei Miracoli di Pisa ha finalmente il suo Museo, ristrutturato e riallestito dopo cinque anni di lavori e sei milioni e mezzo di spesa. Il Museo dell’Opera del Duomo rinasce con volto e percorso nuovi, leggere modifiche strutturali e opere smaglianti. Raccoglie secoli di sculture, frammenti marmorei, bassorilievi, tessuti, oreficerie, libri e paramenti legati alla storia secolare dei tre celebri monumenti (Cattedrale, Battistero e Torre). «Un’operazione complessa, ma necessaria» spiega il Presidente dell’Opera della Primaziale Pierfrancesco Pacini «per una più facile e moderna lettura delle opere, una presentazione scenografica,l’eliminazione di manufatti fuorvianti e l’inserimento di altri appropriati». All’impresa hanno lavorato storici, architetti, ingegneri e abili maestranze, capaci di scovare materiali e soluzioni all’avanguardia.

Maestranza provenzale Davide Citaredo XII secolo marmo (dalla Cattedrale) particolare
Maestranza provenzale Davide Citaredo XII secolo marmo (dalla Cattedrale) particolare

L‘edificio ha una lunga storia: Casa Capitolare, Seminario, abitazione privata e infine Monastero di Clausura delle Benedettine fino al 1979, quando viene acquistato dall’Opera della Primaziale e trasformato nel Museo dell’Opera del Duomo, che vede la luce nel 1986. Semplici, ma utili, le attuali modifiche alla struttura: uno scalone interno che collega piano terra e primo piano, una nuova rampa di scale, agevole e armonica, all’ingresso. Poi bookshop, caffetteria, grandi vetrate che permettono di vedere le sale dall’esterno.

Ma la vera rivoluzione avviene nel percorso interno, curato dallo storico dell’arte Marco Collareta, dall’ingegnere Giuseppe Bentivoglio e da un pugno di architetti. Venticinque sale su due piani per 3.000 mq complessivi per contenere 380 opere.  Capolavori medioevali e rinascimentali che raccontano la cultura cosmopolita pisana, il passaggio sotto Firenze, gli scambi con l’Oriente, il Nord, la Francia e la Spagna attraverso i monumenti della piazza.

Sala 6 Giovanni Pisano
Sala 6 Giovanni Pisano

A piano terra, destinato alla scultura, la prima impressione è di smagliante biancore e di essenzialità. All’inizio ritroviamo la celebre Porta di San Ranieri, originale in bronzo del 1180 circa, proveniente dal transetto destro del Duomo, sostituita in loco da un’ottima copia. Opera di Bonanno Pisano, è un unicum in Europa, con le sue straordinarie storie sacre dall’Annunciazione all’Ascensione alla Morte della Vergine. Nella sala successiva tarsie, basamenti, fregi, blocchi provenienti dalla decorazione esterna ed interna della Cattedrale. Grandi pietre lavorate nel XII secolo, di candido marmo, “niveo de marmore templum”, come ricorda l’iscrizione ancora presente in facciata dell’architetto del tempo Buscheto. La sensazione è di trovasi di fronte a trine scolpite,ad arabeschi zoomorfi, opera di maestri attivi dal XI al XIII secolo come Bonfilio, Guido, Rainaldo, Guglielmo. Sala per sala incontriamo sculture impressionanti, come il marmoreo Re David che suona la cetra, di produzione provenzale del XII secolo o il Grifone bronzeo manufatto islamico dello stesso 1100 sistemato sino al 1825 sul timpano absidale del Duomo (oggi sostituito da una copia).

Suggestiva è l’apparizione delle gigantesche sculture duecentesche di Nicola Pisano e del figlio Giovanni (Cristo Pantocratore, Teste virili e femminili, Figure) provenienti dall’esterno del Battistero. Giovanni Pisano emoziona con opere già espressive, intrise sentimento come la Madonna del Colloquio di fine ‘200già in una lunetta esterna del Duomo o la Madonna con Bambino e Santi, un tempo nel portale maggiore del Battistero. Seguono altri toscani, il senese Tino di Camaino con la Tomba-Altare di San Ranieri, del 1305-1306, proveniente dalla Cattedrale e con il Monumento funebre dell’imperatore Arrigo VII, del 1315, uno spettacolo. Poi santi, madonne, un “popolo di pietra”, come è stato definito,opere trecentesche di Lupo di Francesco, Andrea Pisano, Nino Pisano, una dinastia di giganti della scultura. Sino al rinascimento di Andrea Guardi da Firenze che porta una ventata di novità nell’ambiente pisano.

Biduino Capitello con protomi umani e animali, ultimi decenni del XII secolo (dalla Torre) particolare
Biduino Capitello con protomi umani e animali, ultimi decenni del XII secolo (dalla Torre) particolare

Il percorso continua al piano superiore con una serie di ambienti densi di sacralità, che evocano l’interno della Cattedrale: sale con tarsie lignee per il coro, paramenti ecclesiastici di altissimo pregio, preziose oreficerie, corali leggibili anche in forma multimediale. Ma le sorprese sono molte, e dappertutto, come un Capitello di Biduino del XII secolo, frammento appartenuto alla Torre, con figure zoomorfe dallo strano sorriso. Oppure la corona, lo scettro, il globo e un raffinato drappo dell’Imperatore Enrico VII recuperati in occasione della ricognizione della sua tomba effettuata nel 2014.

Sala 8 Andrea Pisano e Nino Pisano
Sala 8 Andrea Pisano e Nino Pisano

MUSEO DELL’OPERA DEL DUOMO

Piazza del Duomo, Pisa

Per informazioni

www.opapisa.it

Orario di apertura

8-20, fino al 3 novembre

9-19 fino al 22 marzo

8-20 dal 23 marzo fino al 1 novembre 2020

Ingresso: 5 euro

In combinazione con Battistero, Camposanto, Museo delle Sinopie:

due monumenti/musei € 7,00

tre monumenti/musei € 8,00

quattro monumenti/musei € 9,00

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