Da Brunelleschi al Beato Angelico, passando per Leon Battista Alberti. Nel centro storico fiorentino, il maestro del polline Wolfgang Laib dialoga con i grandi del passato. Fino al 26 gennaio 2020.
Realizzate in materiali di origine naturale, come la cera d’api e il polline, le delicate sculture dell’artista tedesco Wolfgang Laib (Metzingen, 1950) conquistano quattro luoghi di straordinario valore artistico, creando un dialogo tra passato e presente, tra magnificenza rinascimentale e ricerca artistica contemporanea.
Fino al 26 gennaio 2020, la mostra Without Time, Without Place, Without Body, curata da Sergio Risaliti e prodotta da Museo Novecento, dà vita a un museo diffuso senza precedenti: dalla Cappella Pazzi in Santa Croce, dove svetta un gigantesco Ziggurat in cera d’api, alla Cappella dei Magi a Palazzo Medici Riccardi, che ospita una piccola montagna di polline in dialogo con gli affreschi di Benozzo Gozzoli, fino alle Towers in cera d’api all’interno della Cappella Rucellai presso la Chiesa di San Pancrazio. Dal canto suo, il Museo di San Marco ha visto esposte, in via del tutto eccezionale e solo per tre giorni (dal 25 al 27 ottobre), due opere in polline presso la cella affrescata dal Beato Angelico.
Nel video, parola al direttore del Polo Museale della Toscana Stefano Casciu, al curatore Sergio Risaliti e a Wolfgang Laib.