Torino. 208 le gallerie che quest’anno hanno colonizzato l’OVAL Lingotto, teatro sabaudo di Artissima, la Fiera (con la “f” maiuscola) di contemporaneo internazionali. Tra progetti espositivi studiatissimi e stand con pareti e opere decisamente respingenti, abbiamo selezionato quelli che a nostro parere sono assolutamente da non perdere.
I top stand di questa edizione
1) Lia Rumma
Pareti bianche macchiate dai ricordi di una morte ancora avvolta nel mistero. Dopo lo stand curato da Joseph Kosuth a Frieze Londra, la galleria affida il progetto di Artissima a un altro dei suoi artisti, Alfredo Jaar, che sceglie di rendere omaggio a Pier Paolo Pasolini combinando lavori di forte impatto visivo e concettuale, uniti a creare un ambiente immersivo e come separato dal resto della fiera. “Forse sono io che sbaglio. Ma io continuo a dire che siamo tutti in pericolo”, celebre citazione dello scrittore trasposta in acciaio da Marzia Migliorini, campeggia sotto un neon rosso di Joseph Kosuth e The Death of Pier Paolo Pasolini di William Kentridge, scena a cui fa da contraltare, sulla parete opposta, una tavolata imbandita e sovraesposta firmata Vanessa Beecroft. Ad assistere all’evento troviamo, sulle pareti laterali, una Maria Callas sconvolta immortalata da Ugo Mulas. Un ecosistema dove nulla è fuori posto, come raramente capita di trovare in una fiera.
2) Mazzoleni
Mazzoleni sceglie di dedicare l’intero stand a Melissa McGill, che lo tinge ti rosso con le vele della sua Red Regatta, il progetto di arte pubblica realizzato a Venezia tra il maggio e il settembre passati. Fotografie, video e campionari di “rossi” ripercorrono le fasi di creazione di un lavoro dai molteplici rimandi, dai mattoni veneziani alla forza della passione, senza tralasciare i riferimenti ai maestri del tonalismo veneto come Tiziano e Tintoretto ma anche temi scottanti come il cambiamento climatico e il turismo di massa.
3) Osart + Repetto
Joint venture di qualità per le gallerie Osart e Repetto, che presentano uno stand tutto al femminile. Tre artiste accomunate dal desiderio di dare una nuova definizione al ruolo di donna nella società e nell’arte con “tre approcci alla poesia”. Paolo Cortese unisce le poesie visive di Amelia Etlinger, le delicate pagine impacchettate di Elisabetta Gut e le composizioni in cui Mirella Bentivoglio sa fondere la pesantezza del marmo con la leggerezza di piume e sottili fili di lana. Uno stand governato da un equilibrio delicato e poetico che per un momento astrae il visitatore dal caos del resto della fiera.
4) Monitor Gallery
Una grande -e bellissima- tela di Thomas Braida fa da sfondo allo stand di Monitor, dove a farla da protagonista è la pittura (ad eccezione della scultura Hooded Soldier di Tomaso De Luca, che comunque non stona ma anzi bilancia il progetto d’insieme). Le cupe atmosfere dai toni fiamminghi di Oscar Giaconia si alternano alle vive pennellate di Matteo Fato, in una composizione in cui è la figurazione ad uscirne vincitrice, nota di originalità in mezzo a molto concettuale.
5) Soda Gallery
Con uno stand tutto giocato sui toni del nero la galleria slovacca Soda propone un progetto totalmente dedicato all’artista Lucia Tallová, che riflette sul tema di archivio e memoria con opere che spaziano dalle installazioni, alle fotografie alla “classica” pittura. Vecchie foto in bianco e nero dialogano con grandi tele dipinte in acrilico o spuntano da sotto un cumulo di polvere di pigmento nero, in un alternarsi di forme espressive e materiali diversi.
6) Galleria Alberta Pane
Un suono basso e inteso avvolge lo stand della Galleria Alberta Pane, proveniente precisamente dal candido vaso firmato Michele Spanghero la cui forma è diretta discendente delle anfore utilizzate nell’antica Grecia per far arrivare il suono fino alle ultime file degli anfiteatri. Un lavoro in bilico tra arte e architettura che viene ripreso sulle pareti circostanti, dove trovano posto le fotografie che l’artista ha fatto a dettagli architettonici in giro per il mondo, da cui poi parte un dialogo con le opere delle altre due artiste portate in fiera. Il mondo vegetale che Marie Denis cerca di eternare tramite la scultura si unisce alle fotografie di Romina De Novellis, che oltre all’elemento vegetale avviano una riflessione sul tema del sacro e sui luoghi in cui questo si esplica, riprendendo così il tema architettonico di Spanghero, in un percorso ciclico che si ripete all’infinito all’interno dello stand.
7) Prometeogallery
Stand tappezzato di opere dentro e fuori, Prometeogallery porta a Torino molti dei suoi cavalli di battaglia, da Santiago Serra con le sue grandi fotografie ai bellissimi oli di Iva Lulashi, fino all’immancabile Fabrizio Cotognini, ultimamente tanto apprezzato. Poco spazio lasciato libero senza però risultare sovrabbondante, in cui la galleria è riuscita a creare un giusto equilibrio tra forme espressive diverse, dalla fotografia, alle installazioni, alla pittura più tradizionale.
8) Galerie Dix9
La francese Galerie Dix9 dedica l’intero stand a Leyla Cárdenas, stella nascente dell’arte colombina, che si fa portavoce dei cambiamenti del suo paese al di fuori dai confini nazionali. Le rovine architettoniche di Bogotà servono da incipit per un processo di decostruzione prima e ricostruzione poi, per salvare dall’oblio del tempo la storia e la memoria nazionale. Le grandi lamiere ricoperte di carta e i tessuti spioventi creano un’atmosfera immersiva in cui il visitatore può sperimentare la forza di fotografie che sembrano aver acquistato una terza dimensione.
9) Sprovieri
Arredamento ridotto al minimo per la galleria londinese, che decide di liberarsi delle pareti per ricoprire invece tutto il pavimento di sculture, in un’invasione targata Jannis Kounellis, Jimmie Durham, Pedro Cabrita Reis e Francesco Arena.
10) Frittelli
Uno stand totalmente dedicato alla poesia visiva, con opere di Lucia Marcucci e Tomaso Binga che combinano ritagli di giornale, satira pungente e riflessioni linguistiche ed etimologiche.
11) Gavin Brown’s Enterprise
Jafa e Jonas. What else?