L’Esercito di Terracotta del Primo Imperatore della Cina arriva a Milano in una mostra che si configura come un viaggio nell’Antica Cina di 2.200 anni fa. Alla Fabbrica del Vapore fino al 9 febbraio.
Difficile se non impossibile restituire a parole il mistero e il fascino della mostra in scena alla Fabbrica del Vapore di Milano. Antichità e tradizione, curiosità ed esotismo, spiritualità e guerra si mischiano ne L’Esercito di Terracotta del Primo Imperatore della Cina. Ciò che ne risulta è un affascinante viaggio nell’Antica Cina di 2.200 anni fa, possibile attraverso l’esposizione più completa mai realizzata sulla necropoli, sulla vita del Primo Imperatore Qin Shi Huangdi e sul suo Esercito di Terracotta.
L’Esercito di Terracotta del Primo Imperatore della Cina è una delle più grandi scoperte archeologiche del XX° secolo, al pari del ritrovamento della tomba di Tutankhamon o delle grotte di Lascaux. Sotterrato nel suolo dello Xi’An, nella Cina orientale, l’esercito fa parte del mausoleo dedicato all’Imperatore. Le statue, le armi, le armature, i carri da guerra, il vasellame e gli oggetti che richiamano alla vita quotidiana dell’antica Cina, presenti nella mostra, sono ricavati dagli unici calchi esistenti, frutto del lavoro e delle attente rifiniture di artigiani cinesi della regione dello Xi’An, che con gli stessi materiali di allora perpetuano la grande tradizione dell’arte orientale. La spettacolarità e la narrazione costruita attorno alle statue sono rafforzate dai contributi multimediali che ridanno vita all’esercito, trasportando il visitatore nel mezzo del campo di battaglia.
170 soldati in dimensioni reali, immersi in una scenografia di luci e suoni, rievocano l’atmosfera bellica anche grazie alla riproduzione di carri in bronzo, di cui gli originali furono trovati proprio sul luogo di combattimento.
“La rappresentazione fisica, evocativa e tridimensionale della realtà come quella di un intero esercito, sa infatti essere arte da contemplare e nel contempo strumento molto efficace di persuasione e di potere volto alla coesione interna e alla difesa”
Mario Iacampo e Fabio Di Gioia, curatori della mostra
La guerra ma, come detto, anche la riflessione. La scelta di esporre la mostra nel quadrante della Fabbrica del Vapore assume un particolare significato anche per la vicinanza del Cimitero Monumentale, imponente e magnifico luogo, simbolo di spiritualità e che richiama la sacralità e la forza del famoso Mausoleo che ospita le sculture in Cina. Un parallelismo unico nel suo genere in un incontro tra culture antichissime che a Milano trova forse una delle sue migliori espressioni.