Dagli iconici bianco e nero di Peter Hujar al rapporto tra corpo architettura in un film di Daisuke Kosugi, passando per le storie che Zineb Sedira racconta in maniera multiforme. Tre mostre in scena alla Galleria nazionale del Jeu de Paume di Parigi, fino al 19 gennaio 2020.
Peter Hujar – Speed of Life
140 fotografie ripercorrono la carriera di Peter Hujar (Trenton, 1934 – New York, 1987), definito postumo come uno dei maggiori fotografi americani della fine del XX secolo, a partire dagli inizi, negli anni ’50, fino agli anni ’80, quando è fra i protagonisti della scena artistica dell’East Village. Curata da Joel Smith con Quentin Bajac, l’esposizione presso il Jeu de Paume propone un percorso suddiviso in due parti, volto a declinare tutti gli aspetti della sua pratica fotografica: il ritratto in studio, solitamente in posa, che costituisce il cuore della sua pratica, il nudo, soprattutto maschile, e il paesaggio urbano di New York e dintorni. Un viaggio nell’intimità di Peter Hujar, ma anche nell’universo bohème e underground della Grande Mela di quegli anni.
Daisuke Kosugi – A False Weight
Cosa succede quando i nostri corpi si slegano dal proprio ambiente architettonico? Terzo capitolo di New Sanctuary, che riflette sulla maniera in cui il corpo e i sensi interagiscono con l’architettura, il nuovo film di Daisuke Kosugi (Tokyo, 1984) disegna un ritratto sperimentale di Tadashi, un anziano architetto e bodybuilder giapponese a cui è stata diagnostica una malattia che mette a repentaglio i suoi movimenti e le sue abitudini quotidiane. Curata da Laura Herman, l’esposizione ci trasporta in un viaggio architettonico e domestico, rivelando il conflitto interiore di un uomo strappato tra un desiderio di forza ed efficacia e l’accettazione del declino del corpo attraverso la danza.
Zineb Sedira – A brief moment
La personale di Zineb Sedira (Parigi, 1963) ne ripercorre l’opera a partire dal 1998 attraverso forme d’arte che spaziano dal video al film, dall’installazione alla fotografia. Ad emergere, la passione dell’artista nei confronti dei racconti orali da lei raccolti, registrati e trasmessi ma anche il suo profondo interesse per la storia post coloniale e per i problemi legati alla distruzione ecologica globale causata dalla sovrapproduzione e dalla circolazione universale di persone e beni. Tra le opere esposte, Standing Here Wondering Which Way to Go (2019) è stata prodotta appositamente per la personale al Jeu de Paume curata dalla stessa artista e da Pia Viewing: si tratta di una riflessione sull’epoca utopistica degli anni ’60, in particolare sul ruolo giocato dallo stato algerino nei movimenti di liberazione degli stati africani.
*Peter Hujar, Fran Lebowitz at Home in Morristown (dettaglio), New Jersey, 1974 | © Peter Hujar Archive, LLC, courtesy Pace/MacGill Gallery, New York and Fraenkel Gallery, San Francisco