Viva la vida! Il docufilm sull’amatissima Frida Kahlo arriva in anteprima al 37° Torino Film Festival e subito dopo nelle sale italiane, il 25, 26 e 27 novembre
Frida Kahlo al cinema: Viva la vida! È stata un’artista rivoluzionaria. È diventata un’icona pop e un simbolo di emancipazione per tutte le donne. In tutto il mondo le sue mostre raccolgono milioni di visitatori.
Frida Kahlo è l’artista che più di ogni altra è riuscita a costruire una potente autobiografia per immagini, capace di raccontare con intensità la sua storia: il dolore fisico, il dramma dell’amore tradito e degli aborti, l’impegno politico. Frida è diventata, dopo la sua morte, un’icona pop in grado di raccogliere centinaia di migliaia di persone e di visitatori nelle mostre a lei dedicate e di ispirare libri, fumetti, canzoni, film e persino sfilate di moda.
Ma chi era davvero Frida?
Frida. Viva la vida, il docu-film diretto da Giovanni Troilo (Le ninfee di Monet – Un incantesimo di acqua e luce, William Kentridge Triumphs and Laments), propone un viaggio in sei capitoli alla ricerca di Frida, nel cuore del Messico, alternando interviste esclusive, documenti d’epoca, ricostruzioni suggestive e opere della stessa Kahlo, tra cui gli autoritratti più celebri.
Presentato in anteprima al 37° Torino Film Festival – Sezione Festa Mobile e in arrivo nelle sale italiane solo il 25, 26 e 27 novembre, Frida. Viva la vida è un film che mette in luce le due anime di Frida Kahlo: da una parte l’icona, simbolo del femminismo contemporaneo, dall’altra l’artista libera nonostante le costrizioni di un corpo martoriato.
Colpita dalla poliomielite a sei anni e vittima di un incidente stradale che la lascerà invalida a diciotto, Frida convisse sempre con dolori atroci che la perseguitarono fino alla morte. Ciononostante, grazie alla sua pittura ma anche ai suoi scritti, al suo modo di vestire, al suo stile inconfondibile, nel corso degli anni la Kahlo è diventata un modello di riferimento capace di influenzare artisti, musicisti, stilisti.
Sarà l’attrice e regista Asia Argento a condurre lo spettatore alla scoperta dei due volti della pittrice, seguendo un fil rouge costituito dalle parole della stessa Frida: lettere, diari e confessioni private.
Lo spettatore scoprirà come l’opera della pittrice affondi le sue radici nella pittura tradizionale dell’800, nei retablos messicani, oltre che nell’arte e nell’impegno di uomini del suo tempo, dal compagno di una vita, Diego Rivera, a Trotsky. Dopo la rivoluzione del 1910, il Messico aveva provato a riscoprire le proprie origini attraverso l’iconografia pre-colombiana in cui anche Frida esplorò l’identità degli opposti: dolore e piacere, tenebre e luce, luna e sole, la vita nella morte e la morte nella vita.
Ripercorrere la vita di Frida Kahlo significa cercare il punto di contatto tra la sofferenza delle vicende biografiche e l’amore incondizionato per l’arte.
Nel documentario sarà possibile vedere per la prima volta fotografie, vestiti e altri oggetti personali di Frida conservati negli archivi del Museo Frida Kahlo normalmente non accessibili al pubblico, oltre alle stampe originali delle fotografie scattate da Graciela Iturbide durante l’apertura del bagno di Frida nel 2004.
Immancabile, ovviamente, la colonna sonora firmata dal compositore e pianista Remo Anzovino, disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 22 novembre. Anzovino ha anche scritto la canzone “Yo te cielo (cancion para Frida)”, il cui titolo proviene da una celebre lettera di Frida.
>> Frida. Viva la vita, al cinema solo il 25, 26 e 27 novembre. Guarda il trailer