Emozione Barocca. Il Guercino a Cento è un’esposizione che vive e nasce dallo spirito cittadino che ha avuto nel suo pittore un punto di riferimento culturale e identitario fin da quando era in vita. Ancora segnata dalle ferite del terremoto del 2012 il Comune ha deciso di avviare un’operazione culturale di grande rilevanza e prestigio, affidandosi al suo celebre cittadino. Settantanove opere provenienti in larga parte dal patrimonio locale delineano un percorso attraverso un percorso artistico fatto di virtuosismi pittorici e contaminazioni dal reale.
Per comprende il legame profondo che lega Guercino (Cento, 1591 – Bologna 1666) alla sua Cento basta un piccolo dettaglio: la sua firma. Il pittore infatti dopo il suo nome e cognome, Joannes Franciscus Barberis, scriveva sempre Centensis. La prima testimonianza pittorica nella sua città natale proviene dalla facciata della casa paterna e risale al 1598-1600 quando l’artista era ancora un bambino. Le sue fatiche giovanili più mature lo vedono impegnato nella realizzazione di diversi cicli di affreschi di cui due presenti in mostra, quello realizzato per casa Paninni e quello per casa Benotti, recentemente acquisito dal comune. In queste opere la quotidianità popolare cittadina e campestre è immersa in un’atmosfera brumosa dove i lunghi paesaggi sono mossi dai colori dell’imbrunire o dell’alba. E proprio al 1617, quando il Guercino porta a termine le due decorazioni parietali, risale una testimonianza dell’anziano Ludovico Carracci: “dipinge con tanta facilità d’invenzione, gran disegnatore, felicissimo coloritore mostro di natura e miracolo da far stupire chi vede le sue opere”.
Il pittore bolognese fu, insieme a Carlo Bononi e Scarsellino, uno dei suoi maestri. Così le più di venti opere pittoriche del Guercino esposte nella Pinacoteca San Lorenzo emergono nell’ammirazione per Ludovico Carracci, il cromatismo veneto e la plasticità ferrarese, elementi sublimati dal pittore di Cento in una forma pittorica che fonde elementi naturalistici con lo stupore emozionale del barocco. Questa dicotomia tra l’attingere alla realtà circostante e gli artifici compositivi seicenteschi sono risolti dal Guercino attraverso un’adesione al sentimento pittorico totalizzante. Le ombre, gli scorci, gli effetti luministici, le espressioni, vivono in un contrappunto che impedisce alla composizione di trascendere e ripiegarsi su sé stessa.
Ne sono la prova capolavori come il San Bernardino da Siena che prega la Madonna di Loreto del 1618, dove le ombre e luci movimentano la composizione, il cielo temporalesco drammatizza la scena ma le vesti poggiate sull’altare riportano tutto a una dimensione più umana, così come il Cristo consegna le chiavi a San Pietro, realizzato l’anno dopo, in cui la monumentale composizione romboidale mossa da un chiaroscuro vigoroso è al servizio di una iconografia che vuole sottolineare l’importanza papale. In questa pala un anziano, popolare e vigoroso San Pietro è in primo piano con i piedi nudi e i polpacci muscolosi, rendendo meno aulico e rarefatto il portato simbolico del dipinto. Le stesse madonne non sono delle raffigurazioni di una bellezza divina astratta, ma sono delle donne vere, con dei volti e una fisicità reale. I numerosi disegni presenti in mostra, allestiti accanto ai monumentali dipinti e provenienti quasi tutti dalla collezione cittadina, schiudono lo sguardo sulla creatività più pura e istintiva del Guercino permettendo di entrare una dimensione più intima con l’artista.
Emozione Barocca. Guercino a Cento
a cura di Daniele Benati
9 novembre 2019 – 15 febbraio 2020
Cento, Pinacoteca San Lorenzo (piazza Cardinal Lambertini, 1) e Rocca (via del Guercino)
www.guercinoacento.it
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