“È considerata come altre sculture del Buonarroti opera non finita, anche se la dizione che più le competerebbe è quella del XVI secolo quando si diceva ancora opera infinita”. Questo Timothy Verdon, direttore del Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, dice della Pietà di Michelangelo dell’Opera del Duomo, conosciuta anche come Pietà Bandini, annunciando che il capolavoro sarà sottoposto a un restauro che terminerà entro l’estate del 2020. Il pubblico potrà vedere tutte le fasi del restauro grazie ad un cantiere “aperto”, progettato appositamente nel Museo dell’Opera del Duomo dove il gruppo scultoreo è conservato.
Scolpita in un enorme blocco di marmo bianco di Carrara, tra il 1547 e il 1555 circa, quando Michelangelo era alla soglia di suoi 80 anni, la Pietà dell’Opera del Duomo a Firenze è una delle tre realizzate dal grande artista: a differenza delle altre due – quella giovanile vaticana e la successiva Rondanini – il corpo del Cristo è sorretto non solo da Maria ma anche da Maddalena e dall’anziano Nicodemo, a cui Michelangelo ha dato il proprio volto.
La scultura era destinata a un altare di una chiesa romana, ai cui piedi l’artista avrebbe voluto essere sepolto. L’intervento commissionato dall’Opera di Santa Maria del Fiore, finanziato dalla Fondazione Friends of Florence sotto la tutela della Soprintendenza ABAP per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, è stato affidato a Paola Rosa, coadiuvata da un’equipe di professionisti, che dopo la formazione all’Opificio delle Pietre Dure ha maturato una trentennale esperienza su opere di grandi artisti del passato tra cui Michelangelo stesso.
La storia della Pietà dell’Opera del Duomo di Firenze o Pietà Bandini è degna di un romanzo. Michelangelo non solo non la termina, ma tenta di distruggerla in un momento di sconforto. L’opera danneggiata è da lui donata al suo servitore Antonio da Casteldurante che, dopo averla fatta restaurare da Tiberio Calcagni, la vende al banchiere Francesco Bandini per 200 scudi, il quale la colloca nel giardino della sua villa romana a Montecavallo. Nel 1674 la Pietà viene imbarcata a Civitavecchia, raggiunge Livorno, e da lì, lungo l’Arno, arriva a Firenze dove viene posta nei sotterranei della Basilica di San Lorenzo. Vi rimarrà fino al 1722, quando Cosimo III la farà sistemare sul retro dell’altare maggiore della Cattedrale di Santa Maria del Fiore.