L’altra notte di Nazzarena Poli Maramotti è a Roma fino al 31 gennaio 2020. Ad ospitare la mostra, curata da Davide Ferri, è la Z20 Sara Zanin Gallery.
La nebbia si solleva dai fiordi solo quando la pioggia, con ricorrente frequenza, scende incerta ma continua sulla natura sublime e confusa della Norvegia. In questa atmosfera fluttuante e misteriosa Nazzarena Poli Maramotti ha vissuto la sua ultima residenza d’artista e realizzato una serie di dipinti paesaggistici.
Il risultato di questa esperienza esistenziale e artistica è in mostra fino al 31 gennaio 2020 alla Z2O Sara Zanin Gallery di Roma. Nelle sue opere (d’impostazione verticale come la tradizione nordica insegna) il colore costruisce i paesaggi, spesso solo suggeriti, e occupa il centro della scena. Le figure, solo saltuariamente ben definite, sono così costrette a muoversi verso i bordi per trovare spazio; questo è invece un lascito settecentesco, riferito in particolare agli affreschi di Tiepolo a Würzburg, in Germania, non lontano da Norimberga, dove Poli Maramotti ha vissuto per diversi anni). L’orizzonte molto basso lascia spazio al complesso emergere e scomparire delle figure, ottenute tramite il tratto veloce di un pennello sottile.
Questi soggetti indefiniti sono riconducibili a montagne, rocce, al cielo, a nuvole spesse che si espandono, si contraggono, si combinano in una forma che non sembra mai definitiva. L’effetto è ottenuto da Poli Maramotti grazie alla continua stratificazioni di stili e intensità pittorica. Anche quando l’artista si confronta con la ritrattistica, i suoi soggetti finiscono per coagularsi nell’ambiente atmosferico e perdersi nel magma cromatico.
Questa poetica si rifà anche al titolo della mostra L’altra notte: non la notte scandinava, ma la notte di casa, quella che manca, quella che sfugge. Il notturno, infatti, in forma di campitura scura che cancella, sfuma, attenua, si allarga fino al limite delle sue possibilità e che nei dipinti si traduce in un diffuso desiderio di monocromaticità.