Cinque mummie di leone, una tomba inviolata, svariate mummie di animali. Una fantastica scoperta nelle sabbie del Sahara egiziano. Nella necropoli degli animali sacri di Saqqara, ad ovest del Bubasteion, gli archeologi hanno portato alla luce mummie dal carattere insolito. Lo ha comunicato il ministro egiziano delle Antichità Khaled el-Enany. I molti reperti ritrovati ed esposti in teche di vetro, annunciano la terza grande scoperta in quest’area, nell’arco di un anno.
La missione archeologica egiziana diretta dal Dott. Mostafa Waziri ha restituito le mummie di cinque grandi felini. Le analisi con TAC e raggi X, su due degli esemplari, confermano che i corpi avvolti nelle bende appartengano a due cuccioli di leone, di circa 6-8 mesi, lunghi 90 cm.
Gli scavi in questo luogo erano iniziati lo scorso anno. A Saqqara, necropoli a sud del Cairo, la missione egiziana aveva rivelato 7 tombe rupestri di Antico e Nuovo Regno, riutilizzate per deporre mummie di gatti, serpenti, coccodrilli e di rarissimi scarabei, donate come ex voto agli dèi.
Molti oggetti sono stati prelevati dalla finissima sabbia egiziana: 75 statue di gatti in legno e bronzo, di diverse forme e dimensioni; mummie di gatto conservate in 25 scatole di legno con coperchi decorati da geroglifici; statue lignee di animali e uccelli tra cui un toro Apis, una mangusta, un ibis, un falco e una statua del dio Anubi in forma di sciacallo; tre simulacri a forma di rettile con all’interno resti di piccole mummie di coccodrillo.
Una statua lignea di Neith, dea tutelare della città di Sais, capitale della XXVI dinastia, e un colossale scarabeo litico attirano l’attenzione degli studiosi insieme a due coleotteri più piccoli, in legno e arenaria. In rilievo sulla pietra un indizio svela la datazione; si tratta del cartiglio del faraone Psammetico I, faraone della XXVI dinastia egizia,che regna dal 664 al 610 a.C.
L’anno scorso era stata ritrovata anche la tomba del sacerdote reale della V dinastia (Antico Regno, 2500 a.C. al 2350 a.C) di nome Wahtye. La sepoltura conteneva decine di statue e rilievi a colori perfettamente conservati, iscrizioni dettagliate sul dignitario deceduto e sulla sua famiglia, scene di vita quotidiana.
La scoperta dei cinque leoncini lascerebbe molti a bocca aperta, anche perché, fino ad oggi, si era a conoscenza di un solo precedente. Risale al 2001 infatti, la scoperta di uno scheletro di leone all’interno delle così dette “catacombe dei gatti”, create in epoca tarda nella più antica tomba di Maia, la balia del faraone Tutankhamon.
Nell’Antico Egitto,gli animali sono onnipresenti nel mondo divino e reale e ricoprono un ruolo eccezionale nei rituali funebri e religiosi. Sono il riflesso delle forze creatrici e organizzatrici del mondo.
Molte delle tombe più antiche della zona furono riutilizzate per la deposizione di milioni di mummie di gatto. Il Bubasteion di Saqqara era un complesso templare dedicato alla dea Bastet. La dea, Bast dal II millennio a.C. fino al Periodo tardo (653/332 a.C), era rappresentata sia integralmente come leone sia come donna con la testa di leone. Sin dai tempi dei Testi delle piramidi (V e VI dinastia, dal 2500-2190 a.C.) era considerata madre protettiva o terribile vendicatrice, dea della guerra e protettrice delle Due Terre. Bastet era anche chiamata: nbt ins (Signora delle Bende) e identificata come protettrice dei morti nei Testi dei sarcofagi.
La presenza di leoni di giovanissima età sarebbe da collegare al culto di Mahees, dio leonino figlio della dea.
La scoperta soffia via un po’ di polvere dai misteri dell’antico Egitto. I ritrovamenti aiuteranno a capire il ruolo dei leoni nei rituali egiziani e il loro collegamento con la famigerata dea Bastet.