Un team di archeologi ha applicato la fotografia a infrarossi su sette mummie femminili risalenti al 1000 a.C., trovate negli scavi di Deir el-Medina
Che nell’antico Egitto fosse diffusa l’usanza dei tatuaggi sulla pelle, era una notizia già nota: tuttavia i documenti su questa pratica erano pochi, con decorazioni trovate solo su sei mummie, in diverse enclavi, in oltre cento anni di ricerche. Ora un team di archeologi ha applicato la fotografia a infrarossi su sette mummie femminili risalenti al 1000 a.C., trovate negli scavi di Deir el-Medina: e i risultati ottenuti con questa tecnica, che mostra lunghezze d’onda invisibili occhio nudo, stanno riscrivendo le tesi esistenti sui tatuaggi nell’antico Egitto. Gli specialisti pensavano che le donne egiziane portassero questi segni sulla pelle come segno di fertilità: tuttavia, data la grande estensione dei disegni e dato che le sette mummie erano donne, l’archeologa Anne Austin dell’Università del Missouri-St. Louis ha scoperto che i tatuaggi erano in realtà più legati alla sfera spirituale. Le identità esatte delle donne sono sconosciute, ma la specialista ritiene che fossero guaritrici o sacerdotesse. “Ora siamo stati in grado di identificare dozzine di tatuaggi su una mummia già scoperta nel 2017”, ha detto la stessa Austin alla Fox News, “che mostra immagini di simboli religiosi, motivi floreali e animali rilevanti per la cultura egizia come la mucca o la dea Hathor”. Il caso più sorprendente è quello di una mummia che aveva 30 tatuaggi, con disegni a forma di croce e ornamenti con i geroglifici usati nella scrittura egizia antica.