Nato a Roma nel 1934, Claudio Olivieri, maestro della Pittura Analitica, è scomparso all’età di 85 anni.
In seguito alla morte del padre e con lo scoppiare della Seconda Guerra Mondiale si trasferisce a Mantova, luogo di origine della madre, dove trascorre parte della sua infanzia e l’ adolescenza. È proprio durante questo periodo, che circondato da un clima di incertezza e cambiamento, scopre la passione per il disegno. Nel 1953 inizia a frequentare l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, città in cui trascorre la maggior parte della sua vita.
La tecnica pittorica di Claudio Olivieri si fonda sull’annullamento del segno e sulla purificazione dell’opera dalla “pennellata”, alla quale l’artista preferisce lo “spruzzo”, un soffio di pittura che conferisce fluidità alle forme e ai colori. È con questo gesto che Olivieri insegue il suo concetto personale di libertà, catturando l’ineffabile e dando vita a corpi cromatici luminescenti ed eterei, in grado di regalare emozioni all’osservatore.
Per Claudio Olivieri, la tela è luogo di sperimentazione nel quale nuclei dinamici di colore entrano in contrasto sino a trovare un equilibrio cromatico e intellettuale.
Il colore assume dunque un’importanza fondamentale, acquisendo una sua materialità. Se negli anni ’70 Olivieri predilige tinte scure, nei decenni che seguono ha luogo un evidente slittamento verso colori più luminosi e delicati, come il giallo, il blu, l’azzurro e il grigio. La sperimentazione sul colore è indissolubilmente legata alla visione della luce come sostanza, che da’ forma al mondo. Dal 1993 al 2011 è titolare della cattedra di Arti Visive e Pittura alla Nuova Accademia di Belle Arti (NABA) di Milano.
La Pittura Analitica (chiamata anche più o meno erroneamente “Pittura Pittura”, “Nuova Pittura”, “Pura Pittura”) emerge in Italia a partire dagli anni Settanta per riappropriarsi di un linguaggio che sembrava tramontato e sviluppare una rinnovata creatività dove il manufatto recupera un proprio ruolo, così come il processo operativo. Il termine ‘Pittura Analitica’ apparve per la prima volta nel dicembre del 1974 quando la mostra Geplante Malerei (‘Pittura Progettata’), allestita dal critico tedesco Klaus Honnef al Westfälischer Kunstverein di Münster venne trasferita alla Galleria il Milione di Milano.
Il ricordo di Andrea Sirio Ortolani e lo staff di Osart Gallery
Claudio Olivieri ci ha lasciato nella notte.
Uno dei massimi esponenti della pittura italiana del Novecento.
Ha esposto in grandi rassegne internazionali quali Documenta 6 nel 1977 e in diverse edizioni della Biennale di Venezia (1966, 1980, 1986, 1990).
Alcune delle sue opere più importanti sono custodite nei principali musei italiani tra i quali: Museo del Novecento, Milano, Gallerie d’Italia, Milano, Galleria d’Arte Moderna, Torino, MAMBO, Bologna.
Dal 1993 al 2011 è stato titolare della cattedra di Arti Visive e Pittura alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano (NABA).
Nelle sue tele nuclei dinamici di colore entrano in contrasto sino a cogliere la luce nel suo stato più puro:
<< È lontano il giorno in cui, ad Olimpia, Prassitele mi fece capire che la luce non si posa sul mondo, ma lo rivela fondandolo; io da quel giorno vivo di quella sorgente, sempre temendone lo svanire in-seguendone il bagliore, perdendone le tracce, per poi, brancolando rinvenirle e continuare a vivere >>.
Nel Novembre 2017 presso Osart Gallery si è tenuta la sua ultima mostra milanese La luce è sempre la prima luce curata da Giorgio Verzotti dove hanno trovato spazio diversi capolavori che rappresentano al meglio la grandezza pittorica di Claudio Olivieri.
Andrea Sirio Ortolani e lo staff di Osart Gallery