Un manifesto con Cristo in stato di eccitazione mentre accarezza il capo di un bimbo è apparso sulle vetrate del Macro Asilo di Roma. Dopo le polemiche è stato rimosso.
Roma. Capodanno col botto. La battuta è servita sul piatto d’argento. E non ci riferiamo solo alla festa di Capodanno che il Macro Asilo ha organizzato per il 31 dicembre e che segna anche la fine del progetto di ‘Museo ospitale’ ideato da Giorgio De Finis. Il museo da vivere più che da visitare. Un’esperienza di 15 mesi che ha visto avvicendarsi oltre 1000 artisti con un palinsesto di oltre 6 mila eventi.
La festa di finissage sarà rigorosamente a ingresso gratuito. E’ stato proprio questo il tema principale del museo sperimentale fortemente voluto non solo da Giorgio De Finis ma anche dal Vice Sindaco con delega alla cultura, Luca Bergamo: l’ingresso gratuito al museo per tutti. Tuttavia il progetto, non è stato riconfermato. Come abbiamo già accennato, si interromperà il 31 dicembre. Si trattava in effetti di un progetto temporaneo ma la mancata conferma di De Finis ha colto tutti di sorpresa.
Non era però questo il ‘Capodanno col botto’ al quale ci riferivamo, in realtà. O almeno, non solo a questo. Un altro evento rischia di scatenare più polemiche di quelle suscitate poco più di un anno fa in seguito alla nomina di De Finis alla guida del Macro. E già immaginiamo il ghigno dell’ideatore del MAAM (Museo dell’Altro e dell’Altrove). Non è certo tipo da lasciarsi scalfire dalle polemiche, anzi, a volte sembra quasi che rappresentino un’appendice indispensabile alla sua vena creativa.
Non è un caso che nei social, la pagina del Macro sia più propensa a pubblicare gli articoli di critica alla sua gestione che non il contrario. Infatti, la pagina del museo ha puntualente pubblicato l’articolo de ‘Il Tempo’ dove si parlava di un poster ritenuto blasfemo affisso all’ingresso del museo.
Nel poster si vede Gesù ripreso in evidente stato di eccitazione mentre accarezza la testa di un bambino. La scritta sul manifesto del resto, non lascia molto spazio ai dubbi: ‘Ecce Homo Erectus’.
Un poster ritenuto blasfemo e che ha suscitato non solo le reazioni di alcuni esponenti politici ma anche di molti cittadini- credenti e non – che attraverso i social hanno chiesto alla Sindaca Raggi di farlo rimuovere immediatamente. Il primo è stato Fabrizio Ghera di Fratelli d’Italia. Subito dopo un tweet durissimo di Giorgia Meloni e molti altri.
Raggi rimuova questo schifo esposto al Museo di arte contemporanea di Roma. Non riesco a capacitarmi di come qualcuno abbia potuto autorizzare questo scempio dentro un museo comunale. Questa vergogna deve sparire subito, i responsabili siano sanzionati. https://t.co/TOwUNJxPI4
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) December 16, 2019
Non sappiamo se su indicazione della Raggi o meno, il poster dopo poche ore è stato rimosso. Un’azione decisa dall’Azienda Specile Palaexpo che si occupa della gestione del museo e che ha inviato a tutte le redazioni giornalistiche la seguente nota:
“Sulle pareti del Macro è stato affisso un manifesto con un messaggio inequivocabilmente blasfemo. L’Azienda Speciale Palaexpo, azienda che per sua missione promuove ogni giorno la cultura e il rispetto critico della libertà artistica e di espressione, si dissocia dal messaggio del manifesto e comunica che lo stesso è stato rimosso”.
Chi è l’autore del manifesto e perché si trovava affisso sulle vetrate del Macro? Innanzitutto dobbiamo subito precisare che non si tratta di una novità. Già due anni fa manifesti del genere erano apparsi sulle pensiline Atac di Roma e , come riporta Il Tempo, avevano determinato la denuncia del suo autore, lo street artist Hogre, lo stesso del poster oggetto delle polemiche. Il motivo per il quale il manifesto si trovava al Macro è legato alla mostra ‘Hogre e Special Patrol Group’ ospitata dal museo e dedicata al subvertising. Si tratta di una forma artistica che modifica i cartelloni pubblicitari sparsi nella città, denunciandone non solo l’inquinamento visivo ma anche modificandone il significato. In questo caso è evidente il riferimento ad alcuni casi di pedofilia che hanno investito la Chiesa cattolica negli ultimi anni.
Come abbiamo già accennato, il manifesto ha suscitato, come era prevedibile, molte polemiche. Sull’aspetto morale del lavoro di Horge e sull’annosa questione dei limiti della libera espressione della satira e dell’arte ognuno di voi avrà da tempo la sua rispettabile opinione. Il punto semmai è un altro e riguarda il concept del poster. E’ davvero così sconvolgente e sperimentale questa rappresentazione? Nei gruppi dei vari social, meme del genere – anzi, decisamente più provocatori e sconvolgenti – vengono generati a migliaia, ogni giorno, su tutto lo scindibile umano. Da parte di sconosciuti sedicenni che non si reputano artisti.
Qualcuno per spiegare l’arte contemporanea ha sintetizzato un concetto basilare che distingue un Fontana per dire, da un vandalo che se ne va in giro a tagliare tele nei musei: ‘se lo hai pensato per primo, allora è arte’.
A meno che tu non sia Warhol e decida di fare della serialità delle copie un’arte. Ma di Warhol ce ne è stato solo uno e questo anche Cattelan lo sa bene.