Secondo testimonianze il Ritratto di Signora rubato a Piacenza nel 1997 non era nella botola nei giorni successivi al furto. Anche i Carabinieri TPC frenano
“Dal 1997 sono state realizzate innumerevoli copie di questo dipinto, quindi esistono molti falsi sul mercato”. Il primo a mettere le mani avanti – ma da lui non ci si potrebbe aspettare se non questo – è il generale Roberto Riccardi, comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Secondo il quale bisogna andarci piano, prima di gioire per il capolavoro recuperato. Il riferimento è ovviamente al caso all’ordine del giorno in materia, ovvero il Ritratto di Signora di Gustav Klimt, ritrovato casualmente il 10 dicembre in un locale di servizio esterno alla Galleria Ricci Oddi di Piacenza, da dove era stato rubato il 22 febbraio 1997.
Dopo il clamore iniziale, da settimane sul caso è calato il silenzio, nell’attesa che i tre periti nominati dal sostituto procuratore Ornella Chicca – due donne e un uomo – compiano tutti gli esami chiesti dalla procura per appurare l’eventuale autenticità, ma anche lo stato di conservazione, per stabilire da quanto tempo l’opera si trovava in quell’intercapedine. A questo proposito a rimescolare le carte è arrivata la testimonianza di Alfonso Carini, guardiano in servizio al museo ai tempi della scomparsa del “Ritratto di signora”: che al quotidiano locale Libertà ha assicurato che “il quadro non era nella botola i giorni successivi al colpo. L’avevamo controllata anche insieme ai carabinieri”. Le risposte? Potrebbero arrivare a inizio gennaio, quando i periti dovrebbero concludere gli approfondimenti scientifici e consegnare le proprie conclusioni…