A 50 anni dalla sua nomina a Monument historique, e da poco candidato per entrare a far parte del Patrimonio Mondiale UNESCO, la storia e l’analisi più aggiornata del Palazzo Ideale del postino Cheval esce in libreria, racchiusa in un nuovo volume edito da La passe du vent.
Definito da Malraux quale unico esempio di architettura d’Arte naïf, il Palazzo Ideale del postino Cheval (in francese Palais idéal du facteur Cheval) è una struttura inabitabile situata a Hauterives, nel cuore delle colline della Drôme, dipartimento del sud-est della Francia. Costruzione popolata di bestie fantastiche, microcosmo dominato da creature di ciottoli e conchiglie, il palazzo rappresenta un simbolo senza tempo di fratellanza fra culture differenti, sogno realizzato di (e da) un postino fantasioso. Visitato ogni anno da oltre 200 mila turisti, oggi proprietà del comune di Hauterives, il Palais è uno dei beni culturali più gettonati della regione.
In occasione dei 50 anni della sua nomina a Monument historique, il nuovo libro Hauterives. Le Palais Idéal du facteur Cheval edito da La passe du vent entra per la prima volta nel dettaglio della concezione del palazzo da parte del postino Cheval e delle difficoltà poste regolarmente dal suo restauro e dal vasto flusso di turisti. Realizzato con il contributo dei maggiori esperti e accompagnato da accurate illustrazioni, il libro prende in considerazione i nuovi sviluppi della ricerca storica sopraggiunti grazie ai più recenti interventi di restauro.
L’origine di quest’opera straordinaria e inclassificabile risiederebbe in un fatto che accadde al signor Ferdinand Cheval, un postino originario di Châteauneuf-de-Galaure. Passeggiando sul terreno dove sorge oggi l’edificio, l’uomo inciampò in una pietra dalla forma particolare e in seguito, aggirandosi di nuovo nei paraggi, ne trovò molte altre dalla morfologia naturale anomala. Questo fatto lo incuriosì al punto di spingerlo a costruirvi un palazzo immaginario che rispecchiasse in tutto e per tutto la sua immaginazione. Architetto autodidatta, per oltre trent’anni il signor Cheval trascorse il suo tempo libero a costruire questo sogno, concludendolo nel 1902. Per la sua curiosa forma e per il suo complesso apparato decorativo, questo edificio attirò l’attenzione di André Breton, Max Ernst, e affascinò anche Pablo Picasso.
Ispirato essenzialmente alle letture quotidiane, alle cartoline distribuite agli abitanti del paese e alla natura stessa, il palazzo presenta sculture con personaggi mitologici e animali esotici mescolati a elementi propri di templi indù, tombe egizie, castelli medievali, moschee, chalet svizzeri o torri barbare. La pareti sono costellate di citazioni e poesie, una delle quali ha ispirato il nome dell’opera. Nel cimitero del paesino si trova la tomba di Ferdinand Cheval, che il postino impiegò 8 anni a costruire, e che battezzò la tomba del silenzio e del riposo infinito.