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Top Ten 2019: da Picasso a Rembrandt, ecco le migliori mostre internazionali

“The Young PICASSO – Blue and Rose Periods” installation view at Fondation Beyeler, Riehen/Basel, 2019 Artworks: © Succession Picasso / 2019, ProLitteris, Zurich. Photo: Mark Niedermann “The Young PICASSO – Blue and Rose Periods” installation view at Fondation Beyeler, Riehen/Basel, 2019 Artworks: © Succession Picasso / 2019, ProLitteris, Zurich. Photo: Mark Niedermann
“The Young PICASSO – Blue and Rose Periods” installation view at Fondation Beyeler, Riehen/Basel, 2019 Artworks: © Succession Picasso / 2019, ProLitteris, Zurich. Photo: Mark Niedermann
“The Young PICASSO – Blue and Rose Periods” installation view at Fondation Beyeler, Riehen/Basel, 2019. Artworks: © Succession Picasso / 2019, ProLitteris, Zurich. Photo: Mark Niedermann

Nella sterminata proposta artistica che il panorama mondiale ha puntualmente esposto, la redazione di ArtsLife ha selezionato la sua top ten. I grandi poli artistici europei – Londra e Parigi su tutti – hanno alternato moderno e contemporaneo senza compromettere la qualità delle mostre, mentre nell’anno della grande ristrutturazione del MoMA è il MET a spuntarla dall’altra parte dell’oceano. Se la Fondation Beyeler di Basilea è sempre un’eccellenza, quest’anno il più grande contributo critico viene dal Museo del Prado.

Nam June Paik – Tate Modern, Londra

Pioniere, sperimentatore e anticipatore: Nam June Paik. L’artista di origini coreane ha oltrepassato tutti i confini artistici utilizzando per primo numerosi media tecnologici dalla TV alla video arte. La Tate Modern di Londra ha omaggiato questo gigante dell’arte contemporanea con una mostra monumentale composta da oltre 200 opere, dalle prime sperimentazioni alle installazioni monumentali.

Nam June Paik, TV Garden 1974 - 1977 (2002) Single - channel video installation with live plants and color television monitors; color, sound Courtesy Kunstsammlung Nordrhein - Westfalen, Dusseldorf
Nam June Paik, TV Garden 1974 – 1977 (2002) Single – channel video installation with live plants and color television monitors; color, sound Courtesy Kunstsammlung Nordrhein – Westfalen, Dusseldorf

Emil Nolde. A German Legend. The Artist during the Nazi Regime – Hamburger Bahnhof, Berlino

Il più degenerato degli artisti degenerati secondo il regime Nazista, Emil Nolde fu il pittore con più opere nella mostra in cui Adolf Hitler e il suo solidale Adolf Ziegler dichiararono una “guerra spietata” alla disintegrazione culturale. Nonostante ciò, Emil Nolde rimase un fedele tesserato del partito fino alla fine della guerra. La mostra all’ Hamburger Bahnhof ha indagato per la prima volta in maniera approfondita l’ambiguo e intricato rapporto tra l’artista e il partito Nazista.

Emil Nolde, Brennendes Gehöft, undated (excerpt) © Nolde Stiftung Seebüll
Emil Nolde, Brennendes Gehöft, undated (excerpt) © Nolde Stiftung Seebüll

Hammershøi, the master of danish painting – Museo Jacquemart-André, Parigi

Il maestro del silenzio e della solitudine è stato il protagonista assoluto di una mostra all’interno di una delle più belle case-museo al mondo. Insieme a un cospicuo numero di opere di Vilhelm Hammershøi, l’esposizione presentava lavori della sua cerchia, composta da suo fratello Svend Hammershøi, suo cognato Peter Ilsted e il suo amico Carl Holsøe, nel tentativo, riuscito, di offrire allo spettatore una nuova e differente prospettiva del pittore danese.

Vilhelm Hammershøi, Rayon de soleil dans le salon, III 1903, huile sur toile, 54 x 66 cm, Stockholm, Nationalmuseum, Suède - Photo © Erik Cornelius/Nationalmuseum
Vilhelm Hammershøi, Rayon de soleil dans le salon, III 1903, huile sur toile, 54 x 66 cm, Stockholm, Nationalmuseum, Suède – Photo © Erik Cornelius/Nationalmuseum

Lee Krasner: Living Colour – Barbican Center, Londra

Quasi snobbata e relegata al ruolo di moglie di Jackson Pollock, Lee Krasner è stata nella realtà dei fatti una pioniera dell’espressionismo astratto e una delle pittrici più influenti e importanti del secondo dopoguerra. Il Barbican Center gli ha dedicato la mostra più completa da cinquant’anni a questa parte in Europa, facendo riscoprire al grande pubblico e alla critica un’artista centrale, preziosa e unica.

Lee Krasner: Living Colour, Installation View with Palingenesis , 1971, Barbican Art Gallery, 30 May - 1 Sept 2019
Lee Krasner: Living Colour, Installation View with Palingenesis , 1971, Barbican Art Gallery, 30 May – 1 Sept 2019

Ragnar Kjartansson, Death Is Elsewhere – MET, New York

Dopo che la sua opera The Visitors, è stata considerata dal Guardian come la più importante degli anni Zero, l’artista islandese chiude il decennio presentando al MET di New York un altro capolavoro. Death Is Elsewhere non è una vera e propria mostra ma un’installazione totalizzante dove Ragnar Kjartansson affronta i clichés del Romaticismo con nichilismo e ironia. I sei video che compongono il lavoro sono il frutto di una performance filmata dove suoi amici e collaboratori cantano una canzone in loop durante il solstizio estivo islandese.

Ragnar Kjartansson, Death Is Elsewhere, 2019. Courtesy The Met, New York
Ragnar Kjartansson, Death Is Elsewhere, 2019. Courtesy The Met, New York

Velázquez, Rembrandt, Vermeer: Parallel Visions – Museo del Prado, Madrid

Il particolare uso del colore nero, la Natura morta, la tradizione ritrattistica, lo sguardo all’Italia: questi sono solo alcuni dei punti di contatto tra la Spagna e l’Olanda del XVII. Due nazioni – e due espressioni artistiche – tenute a lungo distanti dalla rivalità nazionalistica. La mostra tenutasi al Museo del Prado le ha finalmente riavvicinate, in modo particolare facendo riferimento ai loro artisti più rappresentativi: Velázquez, Rembrandt Vermeer.

A sinistra Diego Velázquez, Francisco Pacheco. A destra Bartholomeus Jansz van Assendelft Werner van den Valckert, Portrait of a Goldsmith
A sinistra Diego Velázquez, Francisco Pacheco. A destra Bartholomeus Jansz van Assendelft Werner van den Valckert, Portrait of a Goldsmith

Dali/Magritte – Museo Reale delle Belle Arti, Bruxelles

Più di cento opere costituiscono la prima monografica dedicata a due artisti simbolo del movimento surrealista: Salvador Dalì e René Magritte. Se fisicamente il luogo del loro incontro è il Museo Reale delle Belle Arti di Bruxelles, idealmente il connubio rievoca l’occasione in cui i due strinsero amicizia: la vacanza a Cadaqués, sulla riviera catalana. In mostra fino al 9 febbraio 2020, l’esposizione delinea i temi in comune ai due artisti: l’ossessione per l’occhio, il ricorso al paesaggio infinito, gli oggetti in fiamme e il busto femminile.

Salvador Dalí - Donna dormiente, cavallo, leone invisibili, 1930 Centre Pompidou, Paris © Salvador Dalí, Fundació Gala-Salvador Dali - Adagp, Paris
Salvador Dalí – Donna dormiente, cavallo, leone invisibili, 1930 Centre Pompidou, Paris © Salvador Dalí, Fundació Gala-Salvador Dali – Adagp, Paris

Bill Viola/Michelangelo – Royal Academy of Arts, Londra

Incrocio coraggioso ma riuscito quello della Royal Academy of Arts di Londra che ha posto in dialogo due grandi artisti lontanissimi fra loro: Michelangelo e Bill Viola. L’autore della Cappella Sistina e il pioniere della Video art si sono così scambiati analogie e suggestioni, lasciando che le precise ed evocative anatomie dei disegni di Michelangelo rimbalzassero sulle istallazioni audiovisive dell’artista contemporaneo.

 www.pinterest.com Bill Viola, Tristan’s Ascension (The Sound of a Mountain Under a Waterfall), 2005
www.pinterest.com Bill Viola, Tristan’s Ascension (The Sound of a Mountain Under a Waterfall), 2005

The Young PICASSO – Blue and Rose Periods – Fondation Beyeler, Basilea

Non basta essere pittori per essere artisti e di certo non basta essere pittori per essere Picasso. Cosa serve per essere Picasso allora? Ha provato a rispondere la Fondation Beyeler di Basilea, che ha raccolto molte opere nodali nell’evolversi artistico di Picasso, concentrandosi sul Periodo Blu e il Periodo Rosa della sua produzione.

Pablo Picasso, Famille de saltimbanques avec un singe
Pablo Picasso, Famille de saltimbanques avec un singe

Bacon en toutes lettres – Centre Pompidou, Parigi

Francis Bacon prediligeva quelle letture che gli fornivano “immagini immediate”. Il Centre Pompidou di Parigi lo sa e per questo ha costruito una mostra che delinea le influenze reciproche tra il pittore e la letteratura. Eschilo, Nietzsche, Conrad, T. S. Eliot, ma anche Gilles Deleuze, Philippe Sollers, Milan Kundera, Jonathan Littell: innumerevoli le suggestioni testuali che si incrociano con le opere (tra cui i celebri trittici), in mostra fino al 20 gennaio 2020.

Francis Bacon, Triptych Inspired by the Oresteia of Aeschylus, 1981
Francis Bacon, Triptych Inspired by the Oresteia of Aeschylus, 1981

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