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Partire per non andarsene mai: la fotografia nostalgica di Sofia Uslenghi in mostra a Milano

Sofia Uslenghi, Earth Augusta Sofia Uslenghi, Earth Augusta
Sofia Uslenghi, Earth Augusta
Sofia Uslenghi, Earth Augusta

Sofia Uslenghi vive a Milano, ma una parte di lei è ancora in Sicilia. La sua fotografia, dove il suo volto non manca mai, diviene così carica di nostalgia e sentimento. Alla Galleria Valeria Bella, dal 7 al 22 febbraio 2020.

Non tornare più, non ci pensare mai a noi, non ti voltare, non scrivere.
Non ti fare fottere dalla nostalgia, dimenticaci tutti.
Se non resisti e torni indietro, non venirmi a trovare, non ti faccio entrare a casa mia.
O’ capisti?”

Questa è la struggente frase di commiato che Alfredo (Philippe Noiret) dedica a Totò (impersonato nella sua fasce adolescenziale da Marco Leonardi) in uno dei passaggi più memorabili di Nuovo Cinema Paradiso, celebre pellicola diretta da Giuseppe Tornatore e musicata da Ennio Morricone. Totò è un adolescente in procinto di lasciare la Sicilia, di lasciare casa, la madre, la sorella, gli amici, l’amore, il suo mentore (ma quasi padre) Alfredo e soprattutto il luogo dove più si è sentito vivo: il Cinema Paradiso. Proprio con il sogno di lavorare nel mondo del cinema Totò si trova sulla banchina della stazione in attesa di un treno che lo porterà lontano per sempre. Per sempre, perchè l’allontanamento dalla Sicilia è drastico oppure non è: indecisioni, ripensamenti e ritorni non sono contemplati. Il meccanismo nostalgico scatta probabilmente per tutti noi, con i nostri luoghi d’origine, ma sembra che la Sicilia si distingua nel rapporto viscerale che crea con i sui figli, un legame sigillato con un doppio nodo che non si può sciogliere, ma solo spezzare.

Sofia Uslenghi
Sofia Uslenghi

Cosa succede dunque ai suoi figli lontani? Come la nostalgia resiste nei loro pensieri? In modo preponderante, sembra, guardando alle fotografie realizzate da Sofia Uslenghi. Nata in Calabria, ma cresciuta in Sicilia, vive a Milano con il ricordo di casa che non l’abbandona, ma che si ripresenta costante, ora come un dolce compagno di una vita passata, ora come quel fastidioso taglietto sul palato che insistentemente andiamo a stuzzicare impedendogli di suturarsi.

Vive a Milano, come detto, ma una parte di lei sembra non essersi mossa dai territori aspri e aperti del Sud Italia, tanto che il suo stato d’animo spunta dalle rocce, scarpate, vallate, agavi, fichi d’India, palme, spiagge, onde che tornano inesorabili nelle sue opere. La mostra Io e Me, in programma presso la Galleria Valeria Bella dal 7 al 22 febbraio 2020, sembra muoversi costruirsi proprio su questa diffrazione. Una parte di Sofia Uslenghi (Io) non tornerà più in Sicilia – proprio come diceva Alfredo – mentre un’altra parte di lei (Me) dalla Sicilia non è mai andata via e continua a visitarla attraverso la sua arte.

Sofia Uslenghi, Dittico Ciclamino
Sofia Uslenghi, Dittico Ciclamino

La nostalgia di casa si trasforma così in un racconto per immagini dal forte risvolto psicologico, dove l’artista è sempre presente. L’autoritratto è il tema centrale sue opere, con il suo volto inserito o deformato, protagonista o defilato nella scena, una presenza necessaria ma sfuggevole, immanente ma allo stesso tempo figlia della memoria e persa in un tempo indefinito. Il mistero delle proprie origini, il tentativo di vivere fuori dalla propria terra natia, la magia di un luogo in cui è forse impossibile restare, ma che è sicuramente impossibile da dimenticare.

Sofia Uslenghi
Sofia Uslenghi

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