Il nucleo centrale della mostra è costituito da una serie di sculture in bronzo realizzate da Siedlecki durante diversi periodi di residenza a Kathmandu in collaborazione con le fonderie locali
“Una ricerca artistica caratterizzata da un interesse scientifico e antropologico per i fenomeni, e dall’approccio quasi alchemico alla materia e ai suoi ‘passaggi di stato’. Molti dei suoi lavori, infatti, riflettono sulla trasformazione dei materiali, decostruendo le opere fino a portarle al loro stadio embrionale”. Così il curatore Marcello Smarrelli presenta l’opera dell’artista Namsal Siedlecki in occasione dell’inaugurazione di Mvah Cha, personale appena inaugurata presso il Museo di Patan a Kathmandu, in Nepal. Promossa dalla Fondazione Pastificio Cerere in collaborazione con la Siddhartha Arts Foundation. Un artista italiano a tutti gli effetti, Siedlecki, vincitore nel 2019 del Premio Cairo, visto che è nato negli Stati Uniti ma ha una madre italiana e la doppia cittadinanza, e ha sempre vissuto in Italia.
Il nucleo centrale della mostra è costituito da una serie di sculture in bronzo realizzate dall’artista durante diversi periodi di residenza a Kathmandu in collaborazione con le fonderie locali. Le opere nascono dalle matrici utilizzate dagli artigiani per la fusione a cera persa delle statue votive legate ai culti religiosi nepalesi. Lavorando a stretto contatto con gli artigiani nepalesi, l’artista ha tramutato in opere questi manufatti che, seppur necessari alla realizzazione delle sculture, non lo sarebbero mai diventati. In quanto questi devono essere distrutti per portare a termine il processo di fusione. Dopo la mostra al Museo di Patan, il progetto sarà presentato il 26 febbraio presso l’Istituto Italiano di Cultura di Londra. E in seguito a Bytom (Polonia) e a Clermont-Ferrand (Francia). A giugno 2020 le sculture, ulteriormente elaborate, saranno in mostra presso la Fondazione Pastificio Cerere. In quell’occasione sarà presentato anche un libro sul progetto, edito da Nero.