Nei giorni scorsi il quotidiano Libertà di Piacenza ha ricevuta e poi pubblicata una lettera manoscritta di un sessantaseienne piacentino. Che di autoaccusa del furto del Klimt
“Noi siamo gli autori del furto del Ritratto di Signora di Klimt e abbiamo fatto un regalo alla città restituendo la tela: vera o falsa che sia”. Viene dal giornale che più pedissequamente ha seguito la vicenda, anche per ovvie ragioni geografiche, l’ultima importante novità sulla vicenda del furto e successivo ritrovamento del Ritratto di Signora di Klimt. Nei giorni scorsi il quotidiano Libertà proprio di Piacenza ha infatti ricevuta e poi pubblicata una lettera manoscritta di un sessantaseienne piacentino. In passato a capo di una banda di scassinatori già ben nota agli inquirenti. Nella lettera l’autore indica il suo nome e quello del complice, anch’egli di 66 anni, chiedendo però di mantenere l’anonimato.
“Quando fui sicuro di non incorrere in reati ulteriori e in concomitanza di una imminente sentenza di Cassazione”, continua il testo pubblicato dal quotidiano, “decisi di procedere al ritrovamento. Non ho previsto l’intervento del giardiniere che però ci ha solo anticipato di poco”. Se la confessione sia veritiera e attendibile è tutto da dimostrare. Ed è quello che intende fare la pm Ornella Chicca, che coordina un team di investigatori composto da squadra mobile e carabinieri. I due sono stati interrogati una prima volta venerdì 17 gennaio, poco prima della conferenza stampa alla Banca d’Italia. Quella in cui è stato confermata l’autenticità del quadro di Klimt rubato nel febbraio del 1997 e ritrovato il 10 dicembre scorso in un vano nel retro della Galleria Ricci Oddi.
Uno dei due delinquenti è stato nuovamente sentito in questura, ma sull’esito dell’interrogatorio c’è ovviamente il segreto istruttorio…