Primavera all’insegna dell’arte a Parigi. Al Grand Palais arriva Art Paris 2020 (2-5 aprile), la fiera di moderno e contemporaneo che segna ormai un appuntamento fisso per gli addetti ai lavori. Tra progetti speciali, focus e artisti emergenti, ecco cosa aspettarsi dalla 22esima edizione.
Dopo il Salon du Dessin (25-30 marzo) e Drawing now (26-29 marzo), le due fiere interamente dedicate al disegno, Parigi volge lo sguardo alle mondo di moderno e contemporanee per l’annuale appuntamento con Art Paris. Più di 20 paesi -molti dei quali presenti per la prima volta, come Bulgaria, Danimarca, Grecia, Turchia e Costa d’Avorio- per un totale di oltre 150 gallerie riempiranno il Grand Palais con stand e sezioni speciali. Enfasi sulla scena europea -anche emergente- che lascia però molto spazio a nuove frontiere di indagine, come Asia, Africa e Medio Oriente.
Due i Focus di quest’anno. Il primo, dedicato alla scena contemporanea francese, vede la presenza di 21 artisti -la maggior parte dei quali nati negli anni ’80- scelti da Gaël Charbau (curatore della Bourse Révélations Emerige, spazio nato nel 2014 per dar voce ai giovani artisti emergenti) per dialogare intorno al concetto di narrazione e di come il singolo e l’universale dialoghino all’interno di questa.
L’altra sezione è dedicata al mondo iberico, in particolare alla scena artistica di Barcellona, Madrid, Lisbona e Porto. 25 gallerie, 77 artisti e un programma fatto di video, installazioni e talk che faranno immergere i visitatori nell’arte ispanica contemporanea, dagli anni ’50 ad oggi. Ma l’attenzione per Spagna e Portogallo non si ferma alla sezione Focus. Molti gli stand in fiera che dedicano spazio ad artisti iberici con tributi al movimento surrealista spagnolo (Galeria Marc Domènech, Barcellona) e a grandi artisti locali, come Joan Hernández Pijuan (Galerie Andres Thalmann, Zurigo), Mateo Maté, Ramón Mateos e Darío Villalba (Freijo Gallery, Madrid), Antonio Crespo Foix (Michel Soskine Inc., Madrid) e tanti altri.
Da segnalare anche la presenza del portoghese Nadir Afonso, artista e architetto che ha lavorato a stretto contatto con Le Corbusier nonché pioniere dell’arte cinetica, le cui opere saranno esposte dalla galleria São Mamede (Lisbona) assieme a quelle di Manuel Cargaleiro. E ancora i lavori su carta di Jorge Queiroz (Galerie Nathalie Obadia, Parigi/Bruxelles), le immagini altamente evocative di Rui Toscano (Galería MPA, Madrid) e il focus dedicato a Joana Vasconcelos da La Patinoire Royale – Galerie Valérie Bach (Bruxelles).
Circa 20 i Solo Show di quest’anno, tra cui emerge un lavoro site specific del sudafricano Roger Ballen, una retrospettiva su Ian Davenport e un’altra sul cubano Jesse A. Fernández, rara occasione per vedere le sue bellissime opere.
La sezione Promises, dedicata agli emergenti, vede impegnate 14 gallerie, ciascuna focalizzata su due/tre giovani artisti (tra le altre Structura Gallery di Sofia e Galerie Younique, con sedi a Lima e Parigi). Spazio anche all’arte africana, rappresentata da 31 Project, Septieme Gallery (entrambe parigine) e da Galerie Véronique Rieffel, arrivata direttamente dalla Costa d’Avorio.
L’Asia segna la sua partecipazione con 5 gallerie proveniente dalla Corea del Sud (313 Art Project, Gallery Simon, Gallery H.A.N., Mo J Gallery e Gallery SoSo), mentre il Medio Oriente sarà protagonista del focus della galleria Brigitte Schenk (Colonia), dove saranno esposti lavori di Halim al Karim (Iraq), Tarek Al Ghoussein (Kuweit) e Abdulnasser Gharem (Arabia Saudita), quest’ultimo famoso per The Safe, uno dei punti forti della sezione Unlimited di Art Basel 2019.
In occasione della fiera, davanti al Grand Palais comparirà poi la scultura Lost Future (2020), creata da Marisa Ferreira ispirandosi al Plan Voisin, il progetto urbanistico ideato -e mai realizzato- nel 1925 da Le Corbusier per risolvere i problemi di sovrappopolazione e disagio abitativo dell’epoca. La colonna creata dall’artista portoghese riprende l’idea di una città fatta di grattacieli cruciformi intervallati da spazi verdi secondo una griglia ortogonale a cui l’architetto auspicava, a cui si aggiunge una denuncia all’attuale boom edilizio e ai problemi sociali ad esso connessi.
Oltre alla fiera, Parigi sarà teatro di eventi e conferenze ad essa collegate. Dalla mostra Christo et Jeanne Claude – Paris! al Centre Pompidou a quella di Erwin Wurm alla Maison Européenne de la Photographie, passando per la retrospettiva su Cindy Scherman della Fondation Louis Vuitton e a quella su De Chirico al Musée de l’Orangerie, senza dimenticare Ulla von Brandenburg al Palais de Tokyo e James Tissot al Musée d’Orsay, aprile si prospetta un mese particolarmente ricco di arte nella capitale francese. A completare il quadro, due conferenze strettamente connesse alla realtà di Art Paris. Barcelona – Madrid: present – future e Lisbon and Porto: the reasons behind an artistic revival completano il quadro sull’arte iberica che emerge tra gli stand della fiera.
*Hassan Hajjaj, Afrikan Boy Sittin’, 2013
Informazioni utili
Art Paris 2020
Dal 2 al 5 aprile 2020
Grand Palais, Parigi