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Il potere della grafite. Tony Lewis e il sogno (bianco) americano in scena da Massimo de Carlo

Tony Lewis. ...The Rhetorical Momentum That Some Of Their Arguments Are Taking... 2019 Tony Lewis. ...The Rhetorical Momentum That Some Of Their Arguments Are Taking... 2019
Tony Lewis. Untitled 10, 2018
Tony Lewis. Untitled 10, 2018

Due rotoli di carta, grafite e nastro adesivo grigio e rosa accasciati a terra, posizionati su una sedia in velluto verde. Ai lati delle pareti “…The Failure Of The Negro Community Itself…” (2019) e “… What Are We Going To Do With The Negroes…” (2019), due opere in grafite e inchiostro Epson UltraChrome su carta illustrano William F. Buckley Jr -scrittore, da molti considerato il padrino del conservatorismo americano- durante il dibattito con James Baldwin, attivista per i diritti civili, presso la Cambridge Union nel 1956.

Accoglienza coi fiocchi per il visitatore che varca la soglia della galleria Massimo De Carlo che fino al 28 marzo 2020 ospita la mostra dell’americano Tony Lewis (Los Angeles, 1986) “The Dangers (As Far As I Can See)” nella sede di Piazza Belgioioso 2 a Milano.

Il titolo della mostra trae origine dal commento di Buckley:Where the negro is concerned, the danger as far as I can see at this moment, is that they will seek to reach out for some sort of a radical solutions on the basis of which the true problem is obscure”, ovvero “Per quanto riguarda il negro, il pericolo, per quanto posso vedere in questo momento, è che cercheranno di trovare soluzioni radicali sulle basi delle quali il vero problema è oscuro”.

Il dibattito (“Has the American dream been achieved at the expense of the American negro?”, ovvero “Il sogno americano è stato realizzato a spese del negro americano?”) è diventato emblematico del discorso intellettuale sulla razza e sui privilegi dei bianchi in America, cosa che ha fortemente interessato l’afroamericano Lewis.

Tony Lewis. roloc fo elpoeP, 2019

Tony Lewis lavora sul rapporto tra linguaggio e disegno e in che modo questi si connettono fra loro. Usa la grafite -spesso in polvere, impiegata in grandi quantità e nociva– come mezzo permeante del suo lavoro, per evocare sensazioni angoscianti. Quattro disegni in bianco e nero congelano i gesti di Buckley. Le frasi estrapolate dal dibattito formano i titoli delle opere. Isolando i gesti e le parole di Buckley, Lewis svela i pregiudizi razziali sottesi nella retorica discreta dello scrittore. Il corpus di opere disegnate a matita, grafite e matita colorata, dalle forme biomorfiche astratte, rappresentano ognuna una parola usata da Buckley durante il dibattito.

Tony Lewis. …What Are We Going To Do With The Negroes… 2019

Nell’allestimento delle sale ogni opera a matita è messa in relazione ai gesti bloccati di Buckley e ai floor drawings, che rimandano idealmente al disagio e alla distorsione di un corpo che per anni ha subito parole razziste. Questi ultimi, creati attraverso un procedimento fisicamente faticoso, attraverso l’uso di polvere di grafite su grandi fogli di carta, sono dislocati lungo le varie sale, uno dei quali accartocciato sul pavimento. In questo modo Lewis ridefinisce in modo radicale la nozione di disegno.

Tony Lewis. Agree, 2019

Il motivo per cui Lewis utilizza la grafite, nonostante i rischi che comporta, è per la sua capacità di relazionarlo col disegno, in modo tale che l’artista possa avere il potere di controllarlo. “E’ una potente metafora del mio corpo” –dice- che si espande nell’intero ambiente.

Informazioni utili

The Dangers (As Far As I Can See)

Galleria Massimo De Carlo, Milano

dal 22 gennaio al 28 marzo 2020

 

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