Proveniente dal Rijksmuseum di Amsterdam, torna a Roma l’Autoritratto come San Paolo di Rembrandt che nel Settecento faceva parte della collezione della Galleria Corsini. Lo aveva acquistato il Cardinal Neri Maria Corsini per il palazzo di famiglia ed era diventato subito il protagonista della collezione
Tutto inizia proprio da qui, a Palazzo Corsini
Dietro questo tardo quadro di Rembrandt firmato e datato 1661 storia, collezionismo e arte si intrecciano in una serie di eventi che a tratti sembrano i passaggi di un romanzo.
Tutto inizia da un evento che ha luogo proprio davanti la Galleria Corsini. Siamo nel 28 dicembre 1797. Qualche mese prima, il principe Tommaso Corsini aveva dato in locazione una parte del palazzo alla Lungara all’ambasciatore francese a Roma, Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone.
Il giorno dopo però,durante un tumulto scoppiato proprio alla Lungara, il generale francese Mathieu Leonard Dupho, viene ucciso dalle truppe pontificie. Ne segue una crisi diplomatica che porta dapprima alla repentina partenza di Giuseppe Bonaparte e poi all’invasione francese di Roma.
Dopo la proclamazione della Repubblica Romana (15 febbraio 1798), il palazzo alla Lungara ospita un numero sempre crescente di ufficiali francesi, motivo di grande preoccupazione per il principe Tommaso che si trovava a Firenze. La principale preoccupazione del principe era ovviamente la prestigiosa collezione d’arte dei Corsini, dove faceva bella mostra l’Autoritratto come San Paolo di Rembrandt.
Nei mesi seguenti tutto precipita. Le contribuzioni forzate richieste dal governo francese e le nuove imposte mettono in crisi le finanze delle principali famiglie nobili romane, ormai sull’orlo del fallimento.
La vendita dell’Autoritratto come San Paolo
Il “maestro di casa” dei Corsini, Ludovico Radice, scrive più volte al principe Tommaso – che allora si trovava in Sicilia – chiedendogli di far fronte ai pagamenti magari mettendo in vendita alcuni beni di famiglia. Il principe temporeggia, invia una serie di istruzioni ma la situazione si fa sempre più pesante per Ludovico Radice che viene più volte minacciato e perfino arrestato.
Ad un certo punto il “maestro di casa” decide la vendita di i 25 prestigiosi dipinti della collezione di proprietà dei Corsini, al mercante d’arte Luigi Mirri. Il principe Tommaso viene lasciato all’oscuro di tutto questo. Quello che accade poi lo sintetizza il curatore della mostra, Alessandro Cosma:
“Tra questi dipinti venduti a Mirri, c’è anche l’Autoritratto di Rembrandt che passa subito in mano ai principali mercanti inglesi attivi in città e alla fine finisce in Inghilterra dove viene venduto all’asta ad Amsterdam. Al termine della Repubblica Romana, il Principe Corsini cercò di recuperare quanto venduto in precedenza attraverso una causa di cui esponiamo i documenti originali in mostra, provenienti dall’Archivio Corsini”
Tommaso però riuscì a riprendere solo alcuni dei dipinti venduti che ancora oggi sono esposti nella galleria: la Sacra Famiglia di Garofalo, la Madonna del latte di Murillo, il Ritratto del cardinale Giacomo Savelli di Scipione Pulzone, il Ritratto di Giulio II allora attribuito a Raffaello, la Salomè con la testa del Battista di Guido Reni, i Cacciatori a cavallo di Philips Wouverman.
La mostra
La mostra espone dunque i dipinti, con l’Autoritratto di Rembrandt, secondo la disposizione voluta nel Settecento da Neri Maria Corsini. In mostra anche alcune splendide stampe di originali di Rembrandt appartenute alla famiglia Corsini, oggi conservate all’Istituto centrale per la grafica. Tra le stampe spicca “I tre alberi” dove il virtuosismo tecnico dell’artista di Leida si esprime ai massimi livelli.
Più che una mostra di splendidi capolavori, una storia. Un racconto che, attraverso una serie di documenti originali, viene raccontata nel catalogo illustrato, edito da Allemandi.
L’autoritratto fa parte della tarda produzione di Rembrandt, l’unico che conosciamo in veste biblica, tra i tanti autoritratti dell’artista. Come spiega il curatore:
“È uno straordinario ritratto tardo di Rembrand, datato nel 1661, un periodo in cui la pittura di Rembrand è una pittura “di materia” più che di dettaglio, fatta con pennellate corpose che si vedono particolarmente sul turbante, sul viso, e lo rendono più vivo e vibrante rispetto all’abito e alla mano che sono quasi ‘tirate via’ con pochi segni per dare maggiore importanza al viso”.
Un ricco programma di eventi collaterali accompagnerà la mostra
Molti eventi affiancheranno la mostra:
- tre conferenze (date e relatori in via di definizione) su Rembrandt e le incisioni, sugli Autoritratti di Rembrandt e su Roma depredata durante e dopo la Repubblica romana.
- tre visite guidate gratuite con Alessandro Cosma, curatore della mostra, il 6 marzo, 17 aprile, 15 maggio 2020;
- sei visite guidate gratuite previo acquisto del biglietto: venerdì 20 e 27 marzo, 10 e 24 aprile, 22 e 29 maggio .
- due appuntamenti (date in via di definizione) dedicati a pubblici con esigenze speciali. Le visite sono pensate per garantire una migliore accessibilità alle collezioni e alle mostre delle Gallerie Nazionali.
- una serie di attività per i bambini dai 6 ai 12 anni, a cura dell’Associazione Si pArte!: ogni sabato (dal 29 febbraio al 13 giugno, escluse le giornate a ingresso gratuito).
Informazioni
Rembrandt alla Galleria Corsini: l’Autoritratto come san Paolo
Galleria Corsini – Fino al 15 giugno 2020
Orari: mercoledì/lunedì 8.30 – 19.00. La biglietteria chiude alle 18.30
Biglietto Barberini -Corsini: Intero 12 € – Ridotto 2 € (per i giovani dai 18 ai 25 anni) Il biglietto è valido dal momento della timbratura per 10 giorni in entrambe le sedi del Museo: Palazzo Barberini e Galleria Corsini.
Info: https://www.barberinicorsini.org/