Abbiamo incontrato Tomás Saraceno in occasione della mostra Aria appena inaugurata a Palazzo Strozzi di Firenze, a cura di Arturo Galansino, visitabile dal 22 febbraio al 19 luglio 2020.
Raggiungiamo l’artista argentino al terzo piano di Palazzo Strozzi, tra una sfilata di eclissi impressionate sulle etichette “Solare annata 2017” di Ornellaia (la prestigiosa cantina in occasione del progetto Vendemmia d’artista commissiona tutti gli anni ad un artista contemporaneo un’opera d’arte site specific per la tenuta e una serie di etichette in edizione limitata) e i palloni aerosolari che riflettono il rinascimento interiore del Palazzo, prima di farci guidare dallo stesso all’interno di Aria, personale in mostra al secondo piano dell’istituzione fiorentina fino a luglio.
Partiamo dall’intervento creato ad hoc per Ornellaia. Come hai concepito queste etichette?
Grazie alla descrizione delle qualità del vino fatte da Alex Heinz (enologo e direttore di Ornellaia), che ha marcato l’influenza del sole e della siccità dell’annata 2017 sul sapore del vino, sono molto contento di come queste etichette parlino di ambiente e temperatura. La temperatura adatta, in questo caso alla crescita dell’uva, ma anche la temperatura adatta per il pianeta. Infatti l’azione di molti uomini in questo momento sta cambiando ed influenzando la temperatura del nostro pianeta. Ho voluto mostrare come l’azione dell’uomo possa modificare l’ambiente che lo circonda, in questo caso il contatto della mano con l’etichetta ne modifica il colore. Il calore della mano trasferendosi sulla carta produce uno scambio di temperatura.
Questo concetto di temperatura si riflette anche su alcuni dei tuoi lavori che troviamo in mostra. Potresti spiegarci meglio di cosa si tratta?
All’ingresso della mostra lo spettatore si trova davanti tre sfere, Thermodynamic Constellation, che rappresentano i prototipi di palloni “aerosolari” in grado di volare senza l’utilizzo di combustibili fossili e senza l’estrazione di elio, litio, o altro, ma solo grazie all’energia dell’aria riscaldata dal sole. È necessario poter sfruttare l’energia solare per il nostro movimento e per soddisfare i nostri bisogni umani in maniera positiva. Il calore eccessivo, infatti, può essere intercettato e trasformato in qualcosa di positivo. Così come la cantina Ornellaia ha fatto con il vino del 2017, sfruttando il sole e cercando di gestire al meglio l’eccessiva maturità dell’uva.
Il calore dell’aria sfruttato per il volo è anche alla base della tua ultima impresa Aerocene Pacha. Puoi raccontarci qualcosa di più?
Insieme al mio team siamo appena tornati, da circa due settimane, da un’impresa che ha battuto 6 record mondiali. In mezzo alle saline argentine, infatti, si è librata in volo la prima mongolfiera al mondo con a bordo un pilota servendosi solamente dell’energia solare e dell’aria. Il pallone recava poi una scritta di denuncia “El agua y la vida valen mas que el litio” (L’acqua e la vita valgono di più che il litio) in favore delle popolazioni che abitano in quelle zone e sono costrette ad abbandonarle a causa dell’estrazione del litio, per la quale vengono anche prosciugati litri di acqua.
Che significato ha l’azione del volare nel tuo lavoro?
Siamo a Firenze, dove Leonardo da Vinci 500 anni fa sognava con delle macchine volanti. Il sogno di volare però oggi si è trasformato in un incubo, dal momento che gli aerei sono tra le cause più importanti di inquinamento. Tutti questi sogni di volo però ci sono sempre stati, da migliaia di anni, ma l’uomo non è stato in grado di trovare il modo di realizzarlo in maniera veramente sostenibile. Proprio per questo motivo con le mie azioni artistiche e gli studi scientifici, tecnologici del mio studio stiamo cercando di realizzare modi alternativi di volare, come è stato quello di Aerocene Pacha. Anche perché volare significa superare i confini, fisicamente quelli nazionali e metaforicamente quelli tra arte, scienza e tecnologia.”
Sei un artista, infatti, che non ha confini. Non ti sei mai chiuso dentro una definizione univoca. Ma pensi che questa collaborazione tra diverse discipline come arte e scienza, oltre che svegliare le coscienze possa dare delle risposte nella società?
Questa mostra sicuramente ci fa diventare più coscienti sulle azioni che facciamo ogni giorno. Spero che non lasci nessuno indifferente e spinga a delle riflessioni. A volte ci si dimentica di come in passato le discipline abbiano sempre collaborato e ci si limita a fidarsi ciecamente della tecnologia. Per sapere che tempo farà ormai si guarda solo il telefono, ma tutte le volte che torno in Italia non posso fare a meno di pensare a “Cielo a pecorelle, pioggia a catinelle”. Nelle nostre tradizioni culturali esistono forme di conoscenza diverse, dove l’uomo si confronta con l’ambiente che lo circonda sviluppando una maggiore sensibilità e torna a connettersi con forme essenziali. Così come in Camerun esiste la divinazione dei ragni che io ho riportato nella mia opera “Arachnomancy Cards” presente anche in mostra qui a Palazzo Strozzi.
LE IMMAGINI DELLA MOSTRA “ARIA” A PALAZZO STROZZI
Aria, Tomás Saraceno
22 febbraio- 19 luglio 2020 Palazzo Strozzi (Firenze)
*Thermodynamic Constellation, Aria, Tomas Saraceno, Palazzo Strozzi| Foto Artslife