Estetica minimale e concetto universale: Vincenzo Agnetti e Patrizia Novello si trovano a dialogare da Montrasio Arte, a Milano. La mostra La mémorie (in)connue, curata da Eleonora Erriu, è visitabile dal 27 febbraio al 27 marzo.
La svolta concettuale che l’arte ha intrapreso nella seconda metà del ‘900 ha ridefinito le modalità di creazione e fruizione dell’opera, volgendo verso un dominio dell’idea sia come impulso generatore che come contenuto da esperire. Vincenzo Agnetti, dopo aver aderito a questo approccio – di certo valido ma, se eccessivamente reiterato, forse troppo astratto -, ha ridefinito i limiti dell’opera concettuale imprimendole una matrice personale, fino alla sfera profonda dell’esistenziale.
Proprio questa dimensione che potremmo definire emozionale è posta al centro della mostra La mémorie (in)connue, visitabile fino al 27 marzo nella sede milanese di Montrasio Arte. Come detto l’esposizione è dedicata a Vincenzo Agnetti (Milano 1926 – 1981), figura emblematica dell’arte italiana del Novecento, che si arricchisce nel dialogo con Patrizia Novello (Milano 1978).
La ricerca di Agnetti ha assunto negli anni un carattere antropologico, o una archeologia della società, e si traduce in proposte di sottile ironia che riflettono sull’uomo e l’habitat moderno nel quale è immerso, spesso racchiuse in aforismi caratterizzati da una concisione estrema. Le sue opere esposte in mostra rappresentano un pensiero sulla delicatezza dell’esistenza, la pienezza del presente e l’inaffidabilità della memoria. In questa linea riflessiva sulla effimerità del presente e sull’incertezza della memoria si inserisce la ricerca dell’artista contemporanea Patrizia Novello. La nostra storia è fatta di conoscenze ed esperienze fugaci, che possono però essere registrate in qualche luogo: in un quaderno, in coordinate geografiche o in uno spazio più recondito, lasciandone solo la suggestione.
In mostra saranno esposti i Tre villaggi differenti (1977) di Agnetti in dialogo con un progetto inedito di Patrizia Novello, Le soldat inconnu, 2011, e altre tele recenti che testimoniano come i due artisti, seppur di generazioni diverse, si allineino nella realizzazione formale di opere minimali, le quali si muovono sul confine tra estetica e concetto.