Tulipani al profumo di amuchina e ostriche igienizzate. TEFAF modalità coronavirus resiste, con le dovute precauzioni, all’ondata di contagio. Non c’è aria di virus da queste parti, perlomeno a oggi 6 marzo, e Maastricht (come l’Olanda intera) paiono sospesi in una tranquillità apparente. Solo 3 le defezioni su 285 gallerie partecipanti, le americane Wildenstein e McCaffrey e la francese Monbrison. Sembra di stare in una bolla, tamponi o meno, quando in verità siamo in quella propaggine di Paesi Bassi che si insinua tra Germania e Belgio a due passi da paesi focolai. Il virus non sarà di casa da queste parti, ma a livello globale ha squassato il panorama dell’arte da qua ad almeno settembre, con relativa calca di fiere ed eventi dopo l’estate. Appurato questo, facciamo come se nulla fosse e ci laviamo le mani, direzione MECC di Maastricht per questa particolarissima edizione (numero 33) di TEFAF, la più bella ed elegante fiera al mondo di antico e antiquariato, matrice identitaria unica e meravigliosa che anche quest’anno mantiene aspettative altissime, lasciandosi affiancare in maniera sempre più consistente e con esiti altalenanti dal contemporaneo.
Sicuramente c’è meno gente che gira per i corridoi di moquette (incorniciati da inserti rettangolari colorati a seconda della sezione di riferimento) rispetto alle solite prime due giornate riservate a collezionisti, professionisti e addetti (dal 7 al 15 marzo apertura al pubblico) delle passate edizioni. Il 29% in meno rispetto allo scorso anno ci comunica la fiera per la prima tornata di giovedì. Gli organizzatori (come ovvio che sia) e qualche galleria comunque ci confermano che “le persone che contano ci sono”. Meno, ma ci sono (sicuro non mancano le meravigliose composizioni di orchidee, rose e fresie calate ad ogni angolo dal soffitto). Bastano queste “persone” in tempi del genere per portare a casa la fiera e mandare andare avanti il meraviglioso e floreale baraccone, in senso lato ma anche stretto. Si è parecchio vociferato, infatti, di una chiusura anticipata dell’evento, cosa che gli organizzatori promettono che non succederà e anzi “resisteremo fino alla fine” (aggiornamenti e diffusioni del contagio permettendo). In effetti, sembra molto probabile che non ci saranno colpi di scena, il virus (per ora) è storia di altri mondi.
Nel desk informativo d’accoglienza al principio della fiera, dove sgorgano cascanti le consuete pareti verticali di fiori sulle tinte del viola, fucsia e rosa (con tanto di nicchie per foto e specchi che ne moltiplicano l’effetto), fanno capolino dei gel igienizzanti. Premere e partire per il tour. Nei bagni si raccomanda di lavarsi spesso e bene le mani (grazie), in giro gli addetti delle pulizie saltano da un tavolino all’altro per pulire le ostriche che sgocciolano fresche accompagnate allo champagne, ma anche al succo d’arancia e l’acqua naturale serviti con i macarons. Frequenti però gli assembramenti di gente gomito a gomito, altro che distanza dalla goccioline di sicurezza droplet. Manca comunque, e si sente, una fetta importante del mercato e dei musei americani, che qua è trainante. Tra le più illustri rinunce istituzioni come il Metropolitan, la National Gallery di Washington, il Saint Louis e il Dallas Museum of Art. Oriente zero, come preventivato. Chi può manda emissari già in loco per visionare gli stand, mentre le gallerie mandano video su whatsapp per tenere aggiornati live da casa i compratori rimasti sul divano. Le vendite ci sono state, e pure importanti. Presto avremo consistenza dei volumi e di eventuali conseguenze, per ora prima di sparare e sentenziare aspettiamo.
Virus a parte, entriamo in fiera dal punto di vista dei contenuti. La pittura antica vista quest’anno in fiera è spettacolare, come già detto, e su questa brevemente ci focalizziamo e stiliamo la nostra top tra opere e stand promosse dai 283 espositori, con qualche breve escursione nel moderno e qualche chicca sparsa qua e là. Non uno stand abbassa il livello qualitativo. Il livello eccezionale della “zona rosa” (Paintings) si propaga per tutta la zona rossa (Antiques) con punte di assoluto livello nella parte On paper (verde) e nel Moderno (viola) con Degas, Monet, van Gogh, Courbet sugli scudi. Se a questo corrediamo gli stand spettacolari a tutte le latitudini della fiera (dal Tomasso in piena Paintings a M&L nel Modern, fino ai marmi e le colonne disseminate nell’Antiques e le cinque gallerie super selezionate di Showcase, tra cui la preziosa Caretto & Occhinegro) impreziositi dalla atavica dedizione al dettaglio fiamminga nella cura di ogni allestimento, non si può che confermare gli standard elevatissimi che la fiera si impone. E non avevamo dubbi.
TOP TEFAF MAASTRICHT 2020
Crocifissione di Ter Brugghen, 1624-1625, da Adam Williams e Amells Konsthandel (da mettere in un museo al più presto), un pezzo da quasi 6 milioni di dollari
Un Gherardo delle Notti da 2 metri e mezzo di lunghezza, importantissima opera giovanile del pittore. Giuditta in preghiera prima di uccidere Oloferne, 1611-12, da Didier Aaron (in mostra agli Uffizi cinque anni fa)
Meraviglioso (e di grande formato) Libro delle Ore miniato, realizzato a Bruges nel 1440, da Les Enluminures
Interno, intimo capolavoro esistenziale di Hammershoi, da Adam Williams e Amells Konsthandel
L’onda di Courbet da quasi 2 milioni di dollari, da 19C
Luca Cambiaso a lume di candela mezzo secolo prima di De la Tour (Cristo denudato), da Canesso
Allegoria della Vita di Cagnacci, già visto l’anno scorso ma impalpabilmente indimenticabile, da Lampronti
Bellissima Madonna e San Giovanni di Antoniazzo Romano da Salamon (1490-1492 ca)
Prezioso Salvator Mundi di Carpaccio da Piacenti, in mostra quest’autunno a Palazzo Ducale di Venezia dal 10 ottobre
Tintoretto fresco protagonista della doppia mega retrospettiva a Venezia e Washington (Tintoretto 500), Ritratto di uomo con barba rossa, da Fergus Hall
Palma il Giovane alla terza, sulle orme di Tintoretto
San Giovanni Battista da Colnaghi
Martirio di San Sebastiano da Michel Descours
Martirio di Ermagora e Fortunato da Fergus Hall
Capolavoro di pannello. La Vergine con Bambino di Adriaen Isenbrant da De Jonckheere
Saturo di nebbia. Monet, Brouillard a Giverny (1888) da Richard Green
Monumentale. Compianto su Cristo morto di Procaccini, 1620 ca, da Piacenti
Prima volta in 50 anni per le Tre ballerine con gonna gialla (1891 ca) di Degas da Hammer Galleries
Acquistato per sole 45 sterile nel 1968. Il Contadino davanti a un casolare, 1885, di van Gogh da Dickinson
Maestoso. Giuditta e Oloferne di Furini, 1642, da Rob Smeets
Re Davide di Luca Signorelli, 1502-1515, da Sarti
Sant’Agata di Andrea Vaccaro da Porcini
Cristo alla colonna di Scuola lombarda (forse Andrea Solario), 1510 ca, da Agnews
Gabriel Metsu, Donna che cuce alla finestra, da Fergus Hall
Cena in Emmaus di Mathias Stom da Salomon Liliam
Maddalena penitente, 1628, di Massimo Stanzione da Rob Smeets
Classica ma importante Madonna con Bambino del Sassoferrato, 1650, da Benappi
Domenico Puligo (Ritratto di Agnolo Gaddeo) da Jean Luc Baroni
900 tonnellate di Pomodoro, da Tornabuoni
Il Sartorio da Antonacci & Lapiccirella
UNA SELEZIONE DI 3 STAND
Stand di Tomasso, l’allestimento più bello della fiera
Stand di Yares con Motherwell e Frankenthaler
Stand di MODERN delle gallerie italiane, tra le migliori: Galleria Continua con solo show di Gormley, Tornabuoni, M&L, Mazzoleni, Massimo De Carlo, Galleria d’Arte Maggiore, Cardi
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