Dai Italia!! Angels. Ecco l’immagine diventata virale in poche ore sui social che è riuscita a rappresentare il sentimento di un’intera nazione. ArtsLife ha intervistato l’autore Franco Rivolli
In queste ore circola sui social un’immagine che rappresenta il sentimento di un’intera nazione. O meglio, di un paese che in questi ultimi giorni, dopo tanto tempo, si scopre nuovamente una nazione.
Quell’Italia piccola e fragile come un neonato cullata nel materno abbraccio di una dottoressa, simbolo di migliaia di donne e uomini che indossano un camice e che ai nostri occhi hanno le ali candide degli angeli. Invece sono mamme, papà, figli, fratelli, mogli e mariti. Come noi.
L’Italia ferita, l’Italia per la prima volta unita in un unico colore. L’Italia avvolta da una calda coperta che si unisce al rosso, formando il nostro tricolore.
Oggi non è per una finale mondiale che ci sentiamo orgogliosi di quei colori, ma per il sacrificio dei nostri medici, dei nostri infermieri e di tutta la società civile. Ora sentiamo quanto siamo comunità, quanto il destino di ognuno di noi sia legato a quello degli altri. Oggi più che mai, siamo Fratelli d’Italia. E ci è più chiaro l’incipit del nostro inno nazionale.
Non sarà per il comportamento di una minoranza egoista e incosciente che smetteremo di sentirci una vera nazione.
In questi ultimi giorni, tante iniziative e splendide immagini hanno cercato di rappresentare le emozioni contrastanti che stiamo vivendo ma solo questa illustrazione ha saputo racchiuderle tutte insieme, così intensamente.
Non a caso in poche ore è diventata – perdonate il gioco di parole – “virale” sui social.
L’autore è Franco Rivolli – classe ’79 – illustratore freelance di Venezia che lavora alla realizzazione di cortometraggi animati ma che si occupa anche delle illustrazioni dei più importanti testi scolastici, libri per ragazzi e riviste (potete vedere i suoi splendidi lavori su: illustratori.it/FrancoRivolli#) . Vincitore di numerosi premi, le sue illustrazioni sono state esposte nelle principali mostre collettive in giro per il mondo.
Martedì ha pubblicato sui suoi canali social – facebook e instagram – la splendida illustrazione digitale che ha fatto centro nel cuore degli italiani.
https://www.instagram.com/p/B9j1zLEqgoE/
ArtsLife gli ha posto qualche domanda per voi.
È vero che la scintilla che ha dato vita a questa splendida illustrazione è stata una dottoressa di tua conoscenza impegnata in prima linea in questi giorni con l’emergenza del coronavirus?
In realtà le cose sono andate un po’ diversamente da come sono state riportate. È vero che in questi giorni ho pensato anche a una persona di mia conoscenza che lavora in pneumatologia, ma in realtà tutto è nato da un’esigenza di riconoscenza che sentivo verso tutti gli operatori sanitari che in queste settimane difficilissime si stanno prendendo cura del nostro paese: Angeli, e prima ancora professionisti di grande valore che dovrebbero essere sempre valorizzati.
Il tuo disegno è stato condiviso dall’Associazione nazionale carabinieri di Chiaravalle Centrale in provincia di Catanzaro, e questo ha dato il via alle numerose condivisioni. Come mai tutto è partito da quel post?
Io avevo pubblicato l’immagine sui miei canali social. Un mio amico nel vederla, mi ha chiesto di poterla girare a dei colleghi ai quali sarebbe piaciuta molto. L’immagine è stata dunque condivisa dalla pagina dell’Associazione nazionale carabinieri di Chiaravalle che è molto seguita. E da quel momento le condivisioni si sono susseguite vertiginosamente.
Ti aspettavi tutto questo successo sui social?
Assolutamente no. Stavo già vivendo come surreale tutto quello che sta succedendo in questi giorni. A tutto questo si è aggiunta un’altra cosa surreale come la mia illustrazione diventata in poche ore virale sui social. Sono stato subissato di chiamate, è stata una giornata intensa.
Il tuo lavoro lo hai intitolato “Dai Italia!! Angels”. È un messaggio di incoraggiamento oltre che di gratitudine?
“Sono sicuro che andrà tutto bene, ma solo se ognuno di noi farà la sua parte con responsabilità. La cura siamo noi.”