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L’ornamento non è delitto: la moda a Milano dagli anni ’50 ai 2000, storie di eleganza

COPIA DI ABITO N.16 ANNO 1969 COPIA DI ABITO N.16 ANNO 1969
COPIA DI ABITO N.16 ANNO 1969
COPIA DI ABITO N.16 ANNO 1969

“Una moda si esaurisce e ne nasce una in opposizione”. Questo il pensiero della stilista Jole Veneziani e messo in scena nel meraviglioso set di Palazzo Morando. Con la mostra “Stile Milano. Storie di eleganza”, ideata da Mara Cappelletti, si percorrono le trame del Made in Italy dagli anni ’50 fino ai 2000, consacrando Milano come capitale della moda.

I primi passi ci collocano nel periodo del dopoguerra, in cui la donna si affida alle sartorie nascenti per far ridisegnare la sua immagine con abiti bon ton dai tagli femminili, oscurati durante i precedenti decenni bui. Gli anni seguenti sanciscono, invece, un momento di rinascita e padronanza estetica, fortemente influenzati dall’unica capitale della moda dell’epoca, Parigi, e dalle sue grandi Maison come Balenciaga, Balmain e in particolare Dior, con il suo New Look che firma nel’47.

Il quadrilatero della Moda alza le serrande e stiliste come Veneziani, Vanda, Noberasko, Marucelli vengono portate a Firenze da Giorgini per la sfilata del 1951, diventando le prime a firmare la neonata moda italiana. Se all’epoca venivano venduti 200 milioni di abiti femminili, nel 1958 i capi raggiunsero i 2 miliardi: il Made in Italy aveva conquistato il mondo.

Copia di Juanita Sabbadini 3-Laura Morino
Copia di Juanita Sabbadini 3-Laura Morino

Milano dettava il gusto sotto i riflettori di una vita mondana alla Scala, impreziosita da gioielli in oro, che negli anni ’50 era “l’imperdibile fiera delle vanità”, fino a quando una famosa irruzione degli ideologisti degli anni ’60 non spostò l’attenzione su un nuovo tipo di abbigliamento più multiforme, dinamico e informale: gli influssi dell’arte e del design divennero la base per concepire nuovi outfit. Le sperimentazioni di Marucelli diedero vita alla moda Op, suggerita dalla optical art, e Mila Schön, con la lavorazione double e gli abiti ispirati a Fontana, creò i primi vestiti ideologici, finché fu proprio una nuova ideologia a riempire i guardaroba con abiti hippy. Gli anni ’70 si tingono di colori, profumano di fiori e libertà e si adornano con gioielli più democratici.

Il racconto prosegue con l’età dell’oro, i favolosi anni ’80 della “Milano da bere”, dove ogni occasione era di nuovo una passerella per sfoggiare look audaci e irriverenti: è il decennio dell’eccesso.

Anni'50 2a Bracciale Milano Jewels
Anni’50 2a Bracciale Milano Jewels

Tuttavia, sull’ eco della legge della Veneziani, giungendo a un più recente passato, prima si assiste ad un nuovo realismo, consapevole di risoluzioni pratiche che la moda deve fornire, dopo a un trionfo degli atelier che vedono clienti in fila per un abito su misura.

Dal femminile all’informale, dalla globalizzazione al pezzo unico: l’evoluzione dell’abito è l’interpretazione visiva di questioni sociali, di conquiste civili, di momenti storici e le “Storie di eleganza” sono una mostra sulla moda al femminile, sulle forme del gioiello, sul linguaggio tipicamente italiano.

Copia di ABITO N. 31 ANNO 1987
Copia di ABITO N. 31 ANNO 1987
50 4 MARTIGNETTI 1954
50 4 MARTIGNETTI 1954

Informazioni utili

Palazzo Morando | Costume Moda Immagine

Via Sant’Andrea 6

Milano

dal 21 gennaio al 29 marzo 2020

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