Il grande architetto, urbanista e teorico dell’architettura era ricoverato all’ospedale San Giuseppe di Milano in seguito a una polmonite da Coronavirus. Nel 1974 aveva fondato la Gregotti Associati
“Con profonda tristezza apprendo della scomparsa del professor Vittorio Gregotti. Un grande architetto e urbanista italiano che ha dato prestigio al nostro paese nel mondo. Mi stringo alla famiglia in questa triste giornata”. Con queste parole il ministro per i beni culturali Dario Franceschini ha commentato la scomparsa del maestro dell’architettura del Novecento, avvenuta nelle prime ore di domenica a Milano, dove Gregotti era ricoverato all’ospedale San Giuseppe in seguito a una polmonite da Coronavirus.
Ora forse partirà la ridda di illazioni sul fatto se Gregotti sia morto “per”, o “con”, il Coronavirus: anche la moglie Marina Mazza è ricoverata nello stesso ospedale. Resta inequivocabile il fatto che l’epidemia che sta sconvolgendo la vita del Paese si prende un assoluto protagonista della vita culturale italiana. Che a Milano, ha ricordato il sindaco Sala, aveva dato moltissimo, “dalla prima sala realizzata alla Triennale nel 1951 fino al quartiere Bicocca da lui interamente riprogettato”. “Se ne va, in queste ore cupe, un maestro dell’architettura internazionale, un saggista, critico, docente, editorialista, polemista, uomo delle istituzioni che ha fatto la storia della nostra cultura”, ha detto al Corriere della sera l’architetto e presidente della Triennale Stefano Boeri.
Nato a Novara il 10 agosto 1927, Gregotti si era laureato in architettura nel 1952 al Politecnico di Milano. Dal 1953 al 1968 aveva svolto la sua attività in collaborazione con Ludovico Meneghetti e Giotto Stoppino, e nel 1974 aveva fondato la Gregotti Associati. È stato professore ordinario di Composizione architettonica presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, ha insegnato presso le Facoltà di Architettura di Milano e Palermo, ed è stato visiting professor presso le Università di Tokyo, Buenos Aires, San Paolo, Losanna, Harvard, Filadelfia, Princeton, Cambridge (U.K.) e all’M.I.T. di Cambridge (Mass.).
Dal 1974 al 1976 il grande architetto, urbanista e teorico dell’architettura è stato direttore del settore architettura della Biennale di Venezia. Fra i suoi progetti più importanti ci sono il menzionato piano di sviluppo del quartiere della Bicocca di Milano (1985-2005). E poi il Centro Cultural de Belem a Lisbona 1988-1993), il teatro lirico di Aix-en-Provence (2003-2007). Il suo ultimo lavoro la ristrutturazione da ex fabbrica a teatro del Teatro Fonderia Leopolda a Follonica (Grosseto).
https://www.gregottiassociati.it/